CI RISIAMO. Volendo potremmo riproporre, con un copia e incolla, uno dei mille articoli che il Carlino ha pubblicato negli ultimi vent’anni. Aspettando (speriamo a giorni) la benedetta legge sull’omicidio stradale, continua a capitare che gente fatta e strafatta si metta al volante e poi succede quel che succede. Come quella maledetta mattina di Natale, in autostrada, nel Riminese. Se davvero verrà confermato che il conduttore dell’auto (con precedenti per guida in stato di ebbrezza) era drogato, cosa succederà? Con le leggi attuali, poco o nulla: ci sarà magari una condanna che non comporterà neppure un giorno di carcere, una multa e un po’ di tempo senza patente. Col rischio che la scena, con lo stesso protagonista, si ripeta: capita spesso, troppo spesso. Con l’omicidio stradale, invece, il documento di guida potrà essere sospeso anche per 30 anni: quasi un ergastolo della patente, e ci sta. Come ci può stare un po’ di galera.
C’è un’emergenza nell’emergenza: la droga. Perchè, diciamola tutta, se è vero che per i controlli anti-alcol l’Italia ha fatto negli ultimi dieci anni passi da giganti (leggi, sanzioni e abitudini sociali: il ‘chi beve non guida’ va di moda), per la droga siamo più o meno rimasti fermi. I ‘drogometri’ – equivalenti agli etilometri utilizzati per l’alcol – sono pochi, i controlli annuali anti-droga (poche migliaia) sono venti volte inferiori a quelli della Spagna. Insomma, non ci siamo. E purtroppo ci risiamo.