L’EMILIA Romagna regione modello non esiste più. Lo ha scritto l’altro giorno la Direzione Nazionale Antimafia: «Era un esempio di buona amministrazione, ha subìto una profonda trasformazione e si presenta caratterizzata dai tratti tipici dei territori infestati dalla cultura mafiosa. Il processo Aemilia ha stravolto la reputazione della regione. Il silenzio e l’omertà hanno caratterizzato l’atteggiamento della società civile».
Come dire, mentre la mafia si infiltrava, la politica – e siamo buoni – dormicchiava. Magari in hotel di lusso, se è vero che nel processo per le spese pazze che vede imputato mezzo Pd che conta, degli ex consiglieri sono anche accusati di week end non esattamente sobri. Il processo è entrato ieri nel vivo.
Ma non ci sono solo mafia e spese pazze. Vogliamo parlare dei ladri, dei rapinatori e di tante città emiliano-romagnole in testa alle non onorevoli classifiche della illegalità? O ancora, dei terremotati dopo quattro anni senza casa o degli alluvionati che si fanno un segno della croce ogni volta che cadono due gocce, perchè –lo abbiamo scritto ieri – gli argini nei fiumi del Modenese non sono stati sistemati?
E’ vero, alcuni di questi problemi sono nazionali, non solo nostrani. Ma è altrettanto vero che negli ultimi 15 anni sono successe troppe brutte cose qui da noi e il partito che da sempre governa questa terra (il Pd) ne deve per forza rispondere. Il vecchio Pd in primis, ma anche il nuovo Pd.