Pacem in terris

Una Moraglia a Venezia, Bertone esulta

(Monsignor Francesco Moraglia, neo patriarca di Venezia)

LA RIVINCITA di Tarcisio Bertone si chiama Francesco Moraglia. È lui, fino a  ieri vescovo di La Spezia, il successore del cardinale Angelo Scola sulla cattedra di Venezia. Dopo aver visto 'bruciati' i propri candidati a Torino e Milano (nell'ordine, monsignor Aldo Giordano e monsignor Gianni Ambrosio) Bertone ha fatto tombola. Il segretario di Stato vaticano è riuscito a conquistare la provvista più prestigiosa, quella per uno dei tre patriarcati cattolici. La Venezia di Giuseppe Sarto, Angelo Roncalli, Albino Luciani, ovvero i futuri Pio X, Giovanni XXIII e Giovanni Paolo I.

Fino a una manciata di settimane fa in Laguna si attendeva l'arrivo di monsignor Gianpaolo Crepaldi, vescovo di Trieste. Sembrava fatta, ma alla fine la marcata politicizzazione del presule polesano (censore dei <moralizzatori> sul caso Ruby e polemico con i cattolici pro referendum dell’acqua-pubblica) ha giocato a suo sfavore. Lo sguardo del papa ha virato così verso la costa ligure per posarsi, sette mesi dopo il passaggio di Scola a Milano, su un ratzingeriano di ferro come Moraglia.

Poco conosciuto, il neo patriarca è nato il 25 maggio 1953 a Genova, vanta un dottorato in teologia dogmatica ed un legame di lungo corso con Bertone. Ai tempi in cui il segretario di Stato era arcivescovo della Lanterna i due hanno lavorato ad un paio di opere teologiche: la prima dedicata a Santa Caterina, l’altra ad Antonio Rosmini e John Henry Newman. Stimato in Santa Sede, Moraglia è anche apprezzato dal successore di Bertone a Genova, il presidente della Cei Angelo Bagnasco. Lo stesso che nel 2000 lo nominò al vertice del consiglio di amministrazione della fondazione Comunicazione e Cultura dalla quale dipende la televisione dei vescovi Tv2000. Un'ottima vetrina per salire i gradini dell'episcopato italiano.

Sia teologicamente che a livello liturgico Moraglia si colloca nella scia di Benedetto XVI. Anhe il patriarca è in lotta contro il relativismo e individua nella crisi di Dio il male più profondo del Vecchio Continente. Allievo come Bagnasco e il prefetto della congregazione dei vescovi, Mauro Piacenza, del cardinale Giuseppe Siri, dallo storico arcivescovo di Genova e figura simbolo della minoranza conservatrice in Concilio ha eredito il rigore e il richiamo alla tradizione. Ma anche l’attenzione per i problemi dei lavoratori. Se, infatti, Siri volle i cappellani di fabbrica nelle aziende più importanti del capoluogo ligure, Moraglia non ha mai fatto mancare il suo interesse nei confronti degli operai disoccupati. Da quelli dell'ex fabbrica di elettrodomestici San Giorgio a quelli che nei giorni scorsi hanno manifestato in strada, ricevendo la solidarietà del presule.

Con l'ultima nomina Ratzinger alza in Laguna una Moraglia contro i tempi moderni, in piena continuità con l’episcopato di Scola. Difficile che il neo patriarca possa giocare un ruolo attivo nel prossimo conclave (deve prima ricevere la berretta cardinalizia), ma di certo farà parlare di sè. Per la Chiesa è ‘un ragazzino’. Ha solo 58 anni. E un patriarcato da spremere al meglio.

Giovanni Panettiere

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