Pacem in terris

La Santa Sede in onda sulla ‘tv di al-Qa ida’

(Il cardinale Jean-Louis Tauran)

SE NON FOSSE vero, sembrerebbe uno scherzo. Un cardinale intervistato da Al Jazira, la 'tv di al-Qa ida', la stessa che fino a un anno fa mandava in onda i proclami di Bin Laden. Davanti alle telecamere del Qatar Jean-Louis Tauran, 68 anni, francese, presidente del pontificio consiglio per il Dialogo interreligioso, si è concesso alle domande del cronista: dalle vicende dei cristiani in Medio Oriente alle prospettive della primavera araba, dallo status dei luoghi santi al presunto scontro di civiltà tra cristianesimo e islam. Incredibile, verissimo.

Per la Chiesa si tratta di una rivoluzione copernicana. È la prima volta che un ministro della Curia romana si rivolge all'universo arabo-musulmano in un faccia a faccia televisivo, proposto a 260 milioni di famiglie islamiche. L'intervista è andata in onda ieri e viene riproposta, quattro volte al giorno, fino a martedì.  A quanto pare, sta già riscuotendo un certo apprezzamento nella galassia musulmana, curiosa di ascoltare la voce della Chiesa.

D'altronde ne è passata di acqua sotto i ponti dal famoso incidente di Ratisbona (2006). Allora, centinaia di islamici, offesi dalle parole del papa su Maometto, diedero vita a rappresaglie furibonde ai danni dei cristiani. Il sangue scorgò a fiumi, cadaveri su cadaveri. Per fortuna, Nigeria e Afganistan permettendo, la situazione è ora più distesa. E parlare di dialogo tra Occidente e Oriente non è più un semplice esercizio stilistico. Più volte - basti pensare al recente viaggio in Germania - Ratzinger ha ribadito l'esigenza di un confronto con l'islam: la secolarizzazione dilaga senza frontiere e musulmani e cristiani sono chiamati a fronteggiare il nemico comune.

Obiettivo ambizioso e di non facile realizzazione, soprattutto perché occcorre disinnescare la mina del pregiudizio. In campo cattolico come in territorio musulmano. Così non c'è da stupirsi, se un uomo di dialogo come Tauran sfida la storia e risponde ad Al Jazira. Ovviamente col placet del papa.  Tranquillo e diretto, il cardinale, noto censore degli States durante la guerra in Iraq, ha commentato i fatti della Primavera araba. Palpabile la sua vicinanza ai sommovimenti che in un anno hanno rovesciato o destabilizzato regimi in vari Paesi della regione. <Erano i giovani che chiedevano dignità, libertà, lavoro - ha osservato Tauran -. Questi sono valori che naturalmente condividiamo: cristiani, musulmani e suppongo ogni essere umano nel mondo>.

Ma è soprattutto il passaggio contro l'islamofobia in Europa a fare rumore. Per la franchezza. Senza peli sulla lingua il ministro vaticano  ha alzato la voce contro <l'ignoranza di chi predica lo scontro di civiltà>, caldeggiato dalle destre. In Europa <c'è paura dell'islam - ha spiegato Tauran - ma credo che sia dovuto all'ignoranza, perché quando si parla a questa gente - e ho parlato con tante persone che appartengono a gruppi di destra - ci si rende conto che non hanno mai aperto il Corano e che non hanno mai incontrato un musulmano>. Ergo, secondo il porporato serve <un gran sforzo per informare> sulla vera natura dell'islam. <Il sonno della ragione genera mostri>, ammoniva il pittore Francisco Goya.  Quello dell'informazione va poco distante.

Giovanni Panettiere

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