Lavoro, le perplessità dei vescovi
in
Cronaca
<Il lavoratore non è una merce>. I vescovi criticano la riforma
ROMA
SEMBRA Cgil, ma si legge Cei. Monsignor Giancarlo Bregantini, ministro del Welfare dei vescovi italiani, critica duramente la riforma del lavoro allo studio del governo. In particolare, la revisione dell’articolo 18 sui licenziamenti economici. «Bisogna chiedersi — dice il vescovo di Campobasso in un’intervista a Famiglia cristiana — se il lavoratore sia una persona o una merce. Il dipendente non è una merce, non lo si può trattare come un prodotto da dismettere». Ancora: «Con questa riforma si rischia di produrre un clima di paura generalizzato. È stato un errore lasciare fuori la Cgil. Provo dispiacere, perché dietro questo sindacato c’è tutto un mondo importante da coinvolgere». Più sfumate le parole del portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, intervenuto dopo Bregantini, anche se l’auspicio di fondo non cambia: la speranza è che sul lavoro «si raggiunga una soluzione la più ampiamente condivisa». E, mentre i vescovi italiani attendono la fine delle trattative, i colleghi iberici lanciano la loro ‘campagna acquisti’ sul web. «Non ti prometto un grande stipendio, ti prometto un posto fisso»: comincia così il video della Conferenza episcopale spagnola (Cee) per trovare nuovi seminaristi. Nella stagione difficile del lavoro precario.
SEMBRA Cgil, ma si legge Cei. Monsignor Giancarlo Bregantini, ministro del Welfare dei vescovi italiani, critica duramente la riforma del lavoro allo studio del governo. In particolare, la revisione dell’articolo 18 sui licenziamenti economici. «Bisogna chiedersi — dice il vescovo di Campobasso in un’intervista a Famiglia cristiana — se il lavoratore sia una persona o una merce. Il dipendente non è una merce, non lo si può trattare come un prodotto da dismettere». Ancora: «Con questa riforma si rischia di produrre un clima di paura generalizzato. È stato un errore lasciare fuori la Cgil. Provo dispiacere, perché dietro questo sindacato c’è tutto un mondo importante da coinvolgere». Più sfumate le parole del portavoce della Cei, monsignor Domenico Pompili, intervenuto dopo Bregantini, anche se l’auspicio di fondo non cambia: la speranza è che sul lavoro «si raggiunga una soluzione la più ampiamente condivisa». E, mentre i vescovi italiani attendono la fine delle trattative, i colleghi iberici lanciano la loro ‘campagna acquisti’ sul web. «Non ti prometto un grande stipendio, ti prometto un posto fisso»: comincia così il video della Conferenza episcopale spagnola (Cee) per trovare nuovi seminaristi. Nella stagione difficile del lavoro precario.
Giovanni Panettiere
Pubblicato su Qn, 23 marzo 2012