Pacem in terris

Guerra santa allo shopping domenicale

AVETE mai fatto la spesa di domenica? Siete entrati in un centro commerciale nel giorno del Signore? Tenetevelo per voi e non ditelo a don Marco Scattolon. A chi? Al parroco di Rustega, frazione di Camposampiero (Padova), che in questi giorni ha lanciato un'offensiva contro il consumismo domenicale. Leggete un po' quello che ha detto dal pulpito questo sessantasettenne dallo spirito battagliero:  <Se avete fatto la spesa di domenica, fate penitenza e confessatevi. La domenica non si va a comprare, non moriamo certo di fame, la spesa possiamo farla di sabato o di lunedì. Ribelliamoci>.

Come?  Con una bella penitenza quaresimale, perché  - questo è il pensiero di don Scattolon -  le feste sono importanti non solo dal punto di vista religioso, ma anche umano. Rappresentano una delle poche occasioni rimaste alle famiglie per stare insieme>.

Non è la prima volta che il prete  scende in campo contro lo shopping nei giorni festivi, tra l'altro favorito dalla legge sulle liberalizzazioni. Già a Natale il sacerdote, allora parroco a Spinea (Venezia), aveva manifestato le sue idee durante la messa.

Ma don Scattolon è fantasioso e non si limita alle omelie. Fuori della chiesa di Rustega ha affisso un'immagine di Gesù e sotto ha messo, a turno, svariati cartelli per far valere le proprie idee. Tra questi uno con la scritta 'Aperto anche la domenica' e un altro con 'Cercasi peccatori: preti, e laici a km 0' per invitare alla confessione.  Originale.

Resta il fatto che il rimando alla confessione risulta provocatorio. Per dirla tutta, eccessivo. Ci sono mancanze ben più significative che invitano alla penitenza. Vogliamo parlare dell'evasione fiscale o del tradimento coniugale? Due colpe quotidiane vivere sociale e troppo spesso giustificate, come se nulla fosse. Anche in certe sagrestie, non tutte per fortuna.

Tuttavia, don Scattolon ha ragione: non possiamo vendere la domenica al consumismo. Per i credenti resta il giorno dedicato al rapporto personale con il Signore, per tutti, atei inclusi, è il momento da consacrare alla famiglia. Ma è proprio su questo punto che le abitudini degli italiani sono cambiate.

E' nei centri commerciali ormai che mamma, papà e figli trascorrono le domeniche, è nelle cattedrali del capitalismo che la famiglia si ritrova, confronta. E compra, un po' meno, ma compra. Ormai, la domenica in chiesa, a pranzo dai nonni e il pomeriggio davanti alla tv per vedere le partite non esiste più.  Triste, tristissimo, ma vero. Purtroppo.

Giovanni Panettiere

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