Pacem in terris

Il Vaticano commissaria le suore di Obama

LA CONGREGAZIONE per la dottrina della fede mette in riga le suore pro Obama. A conclusione di un'accurata indagine, avviata nel 2009, l''ex Sant'Uffizio ha pubblicato una nota dottrinale che di fatto commissaria la Leadership Conference of Women Religious, l'organizzazione principale delle superiori maggiori statunitensi. In altri termini, il sodalizio più influente delle suore al vertice delle congregazioni religiose femminili in America.

Nella dichiarazione il dicastero vaticano, presieduto dal cardinale William Levada, lamenta che <la situazione dottrinale e pastorale attuale della LCWR è grave e rappresenta un argomento di seria preoccupazione>. Tradotto, serve un intervento deciso per riformare la leadership troppo progressista delle suore a stelle e strisce. Detto e fatto. Doctrina fidei ha nominato l'arcivescovo di Seattle, Peter Sartain, delegato vaticano, con il compito di rimettere in carreggiata LCWR. Dalle mani del prelato passerà la revisione degli statuti e dei testi liturgici, nonché la definizione delle relazioni del gruppo con altre organizzazioni. Compiuta la missione, l'arcivescovo riferirà alla congregazione che,  a sua volta,  informerà e consulterà gli altri due dicasteri interessati alla vicenda: quello per gli istituti di via consacrata e le società di vita apostolica e quello per i vescovi.

A dettare il giro di vite della Santa Sede contro le superiori maggiori sono state le posizioni di dissenso espresse dalla LCWR negli ultimi tempi. In particolare, in tema di ordinazione delle donne, approccio pastorale all'omosessualità e 'femminismo radicale'. Tre anni fa proprio quest'ultimo tratto era stato rimproverato all'intera galassia delle religiose americane dall'allora prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata, cardinale Franc Rodé. Risultato? Mesi e mesi di braccio di ferro tra le suore e il porporato.

Femminismo a parte,  l'appoggio dato alla riforma sanitaria del presidente Usa, Barack Obama, di certo non ha giocato a favore della LCWR. L'opposizione della Conferenza episcopale Usa alla legge, per le implicazioni su aborto e contraccezione, è risaputa. Non a caso nella nota di commissariamento, pubblicata sul sito dei vescovi americani e non sul portale vaticano, la Congregazione per la dottrina della fede ammonisce: <Le associazioni di superiori maggiori sono espressione della collaborazione tra la Santa Sede, i superiori generali e le conferenze episcopali a sostegno della vita consacrata>. Poi, evocando l'appoggio a Obama delle religiose, il documento denuncia <occasionali prese di posizione pubbliche in disaccordo o polemica con le posizioni dei vescovi che sono gli insegnanti autentici della fede e della morale cattolica>.

Fin qui la Santa Sede. Ma, come era prevedibile, le suore di LCWR non sono rimaste in silenzio. Tutt'altro. Si sono dette <sbalordite dalle conclusioni della valutazione dottrinale> del dicastero e si preparano a dare battaglia. <Questo è un momento di grande importanza per la vita religiosa e la Chiesa più in generale - concludono le superiori maggiori -. Chiediamo le vostre preghiere nel momento in cui incontriamo il comitato nazionale della  LCWR nei prossimi mesi  per rivedere il mandato e preparare una risposta>.

Chiusa l'indagine di Doctrina fidei sulle superiori, le suore americane attendono le conclusioni di un'altra visitazione apostolica, stavolta firmata dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata. L'indagine, avviata nel 2008 da Rodé con l'intento di <verificare la qualità della vita» degli istituti religiosi femminili, ha interessato tutte le congregazioni americane. Non senza qualche problema, almeno inizialmente. Colpa del fine un po' troppo generico dell'indagine che ha fatto sentire sotto controllo le sorelle coinvolte.

Dal 1979 al 2009 il numero delle suore cattoliche negli Stati Uniti è passato da 180mila a 65mila. Nello stesso tempo, però, le religiose a stelle e strisce hanno cambiato look, dando vita ad una rivoluzione non solo nello stile. Molte sorelle hanno smesso gli abiti canonici, lasciato i conventi per vivere tra la gente, oppure si sono iscritte all'università. Altre hanno iniziato a lavorare come le loro coetanee. In alcuni casi le suore americane sono anche scese in strada per sostenere il sacerdozio femminile o il matrimonio dei preti. Troppo per Roma che quattro anni ha voluto vederci chiaro.

La valutazione dottrinale conclusiva è in dirittura d'arrivo. Ma gli animi sono più distesi. Il nuovo prefetto della congregazione per i religiosi, il cardinale brasiliano, Joao Braz de Aviz, noto per le sue simpatie nei confronti della Teologia della liberazione, ha chiarito lo scopo della visitazione: non c'è nessuna volontà punitiva contro le suore.

Giovanni Panettiere

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