Pacem in terris

Niente faccia a faccia tra Ratzinger e i ribelli austriaci

LA DISOBBEDIENZA resta fuori dalle mura leonine. Il Vaticano respinge la richiesta, avanzata dal leader dell'Iniziativa dei parroci, d'incontrare papa Benedetto XVI. Sfuma così l'ipotesi di un faccia a faccia tra il Santo Padre e monsignor Helmut Schuller, già vicario generale di Vienna e oggi ideatore dell'Appello alla disobbedienza che invoca riforme strutturali nella Chiesa. Svolte come l'ordinazione di uomini sposati, il sacerdozio femminile, l'Eucarestia ai divorziati risposati e la gestione diretta delle parrocchie da parte dei laici, in caso di emergenza.

Quanto sta accadendo Oltrealpe è un <problema pastorale che deve essere trattato direttamente dalla Conferenza episcopale austriaca>, ha chiarito il direttore della Sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi. Impegnata nel rush finale per il rientro dei lefebvriani nella Chiesa, Roma non intende aprire un tavolo di trattative con i ribelli di sinistra. Il confronto si può giocare, certo, ma lontano dalla Santa Sede.

Vienna resta l'unica scenografia possibile. E non è da escludere che, alla fine, si possa arrivare a una qualche sperimentazione pastorale, come già accade - sempre in Austria -, in tema di Comunione ai divorziati risposati.

Nei giorni scorsi Michael Prüller, portavoce del presidente della Conferenza episcopale austriaca, Christoph Schönborn - che di recente ha ammesso un gay convinvente in un consiglio pastorale parrocchiale - ha smentito a Vatican Insider le voci su una lettera di fuoco, trasmessa da Roma ai vescovi locali.  Il documento esiste, ma non conterrebbe niente di  più che il resoconto dell'incontro tra  l'episcopato austriaco e il Vaticano, svoltosi a gennaio. Da Roma nessuna pressione, affichè siano adottate misure restrittive:   <La lettera non prevede alcuna direttiva su come va affrontata l'Iniziativa dei parroci, viene ripetuta l'importanza del fatto che non ci può essere un appello alla disobbedienza>. Un concetto messo in chiaro dallo stesso Benedetto XVI nell'omelia del Giovedì Santo, dove il papa ha citato i novatores. Senza, però, comminare o adottare scomuniche o censure.

D'altrocanto ha ragione il teologo austriaco Paul Zulehner (DerStandard.at; 18 aprile): sui divorziati risposati, <il conflitto non è tra Schüller e Schönborn, ma tra Schönborn e il papa>. E,  forse, il distinguo non è solo su Eucarestia e seconde nozze.

Giovanni Panettiere

 

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