Agesci e omosessualità, stampa in fuorigioco
ANCHE stavolta come mondo della stampa non abbiamo svolto un servizio ottimale. Parlando di Chiesa, siamo riusciti a sollevare il solito, noioso polverone. Mi riferisco alla vicenda delle presunte linee guida contro i capi scout gay.
Due importanti siti web d'informazione hanno trasformato gli atti di un convegno dell'Agesci (guide e scout cattolici), dedicato all'omosessualità e tenutosi a novembre, in vere e proprie norme interne dell'organizzazione. Per essere più chiari, le riflessioni dell'assistente ecclesiale del Masci (scout adulti), uno dei relatori dell'assise, non particolarmente tenero sull'ipotesi di educatori gay, sono state 'promosse' a posizione ufficiale dell'Agesci. Che, in verità, è un'associazione più vasta e distinta dalla componente 'matura'. È un po' come se l'intervento di un ministro straniero venisse scambiato per un decreto di un governo amico. Assurdo, ma purtroppo è successo.
È bastata la sparata sui siti web - guarda caso le agenzie stampa erano state più prudenti - per innescare il cortocircuito dell'informazione. A quel punto i titoli sull'Agesci omofoba erano già su tutti i giornali. O quasi, perché, per fortuna, qualche collega si è preso la briga di verificare la notizia, andando a scartabellare la pagina internet degli scout. Qui sono visibili le relazioni del convegno - tra le quali anche quella di padre Francesco Compagnoni -, mentre non c'è traccia delle fantomatiche linee guida. Semplice, non esistono.
La stessa Agesci ha prontamente replicato alla fuga di notizie, mettendo in chiaro che sull'omosessualità ha avviato una riflessione e non si muove su posizioni predefinite. Ma, intanto, il danno era fatto e il solito teatrino già bello che iniziato. Da una parte, i laicisti duri e puri, quelli che sussurra un vescovo qualsiasi e per loro parla la Chiesa, dall'altra, i paladini del magistero cattolico, ovvero gli apologeti di una morale che non deve cambiare. Mai. Scenografia vista e rivista, ma soprattutto di facile allestimento. Basta pubblicare titoloni e non verificare le notizie, almeno quelle sul Vaticano e dintorni.
Giovanni Panettiere