Pacem in terris

Pedofilia, il mea culpa del vescovo Muser: la Chiesa ha difeso l’istituzione, non le vittime

(Vescovo Ivo Muser, diocesi di Bolzano)

 

Dopo l'intervista a monsignor Tommaso Ghirelli, vescovo di Imola, chiudiamo il giro di articoli sulla pedofilia nella Chiesa, pubblicando la versione integrale della conversazione con monsignor Ivo Muser, vescovo di Bolzano,  già anticipata  sul sito del Quotidiano Nazionale (1 maggio).

 

<L'ORRORE della violenza sessuale sui minori non va ridimensionato, ma affrontato in modo offensivo e preventivo>. Alla vigilia dell’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana, che, tra il 21-25 maggio, approverà le linee guida contro la pedofilia, da Bolzano arriva un messaggio forte e chiaro. Il vescovo Ivo Muser, classe 1962 – è attualmente l’ordinario più giovane d’Italia –, si smarca e prende le distanze da quei confratelli – per esempio, il pastore di Imola, monsignor Tommaso Ghirelli (ilrestodelcarlino.it, 8 marzo 2012) – che lamentano un assedio dei mass media sul fronte degli abusi. Segno che nell’episcopato italiano tiene banco un confronto interno sulle ripercussioni dello scandalo e su come contrastare e prevenire la pedofilia nella Chiesa. Sul punto Muser è cristallino: <L'integrità e la dignità del bambino sono inviolabili e perciò da proteggere, salvaguardare e ristabilire, se danneggiate>. Passando dalla teoria alla pratica, la diocesi di Bolzano-Bressanone nel marzo 2010 ha lanciato un progetto pilota nel Paese per dimostrare in concreto la propria vicinanza alle vittime. Si tratta di uno sportello indipendente dove è possibile ricevere ascolto e aiuto.

Quattromila casi di abusi su minori, commessi da chierici e segnalati alla Santa sede, tra il 2000 e il 2010. Monsignor Muser, è una cifra impressionante?

<Ogni persona, che ha subito una violenza, è troppo. È uno scandalo, una piaga, una ferita aperta nella Chiesa. Si tratta di reati commessi da sacerdoti, religiosi e da operatori pastorali ai danni di bambini e ragazzi all'interno delle istituzioni ecclesiali. Dietro queste cifre ci sono uomini, donne, persone, famiglie, comunità ed altri colpiti direttamente o indirettamente>.

A febbraio, durante il simposio ad hoc all’università Gregoriana, si è denunciato una sottovalutazione nella Chiesa del dramma della pedofilia, non solo nel passato.

<Non bisogna ridimensionare l'orrore della violenza sessuale, ma affrontarlo in modo offensivo e contemporaneamente in modo preventivo>.

Eppure non mancano vescovi, anche italiani, che continuano a parlare di un attacco mediatico ai danni della comunità ecclesiale.

<I mass media, nonostante perseguano i loro interessi, hanno contribuito a fare in modo che la Chiesa si schierasse apertamente dalla parte delle vittime e hanno contribuito a contrastare apertamente e con coraggio la problematica della pedofilia, una realtà dolente e sensibile>.

Ma perché, in certi ambienti ecclesiali, per decenni si è preferito difendere l'istituzione più che le vittime?

<La Chiesa è un'istituzione basata su valori rivelati e perciò garante di questi principi. Il rischio è quello di voler salvare l'immagine della Chiesa e purtroppo è avvenuto proprio questo. Come conseguenza, è mancata l’indicazione evangelica di prendersi cura delle vittime che, invece, avrebbero dovuto avere la priorità assoluta>.

Trasparenza, vicinanza agli abusati, penitenza. Sono i concetti emersi alla Gregoriana. Come giudica l'appuntamento?

<Il simposio segnala una tappa importante della Chiesa per affrontare non in modo reattivo, ma preventivo e con dimensione universale il tema della violenza sessuale. Con questo momento di confronto fra vescovi ed esperti si è creato un forum per scambiare le esperienze di riflessione e gestione dello scandalo all'interno della Chiesa. Soprattutto si è data importanza alla prevenzione per garantire una massima tutela dei bambini>.

A partire dalla formazione degli educatori.

<Questo aspetto è decisivo. Le nuove norme e direttive della congregazione della Fede danno orientamenti chiari e devono essere applicate nelle varie realtà ecclesiali>.

Con Benedetto XVI la Chiesa sta affrontando in maniera più decisa la piaga della pedofilia rispetto al regno di Wojtyla?

<Papa Ratzinger ha sottolineato la sua linea rigorosa per mettere in rilievo il compito primario della Chiesa nel non tollerare violenze di alcun tipo. Gli incontri con le vittime, il chiedere loro pubblicamente perdono per le sofferenze subite e la raccomandazione di collaborare con le autorità giudiziarie per verificare i misfatti e procedere secondo le norme legali nazionali, evidenziano la responsabilità che  entrambi i pontefici hanno sentito e sentono a riguardo>.

Eppure non tutti i cardinali approvano il pugno duro.

<Il problema della pedofilia ha tanti aspetti assai delicati: il potere, l'autorità, la sessualità, l'educazione, la morale, etc... Pertanto ci sono concetti e visioni a volte contrastanti. Sui principi di base, però, serve un consenso condiviso: l'integrità e la dignità del bambino, della persona umana sono inviolabili e perciò da proteggere e salvaguardare. Tutta la comunità cristiana è chiamata ad un esame di coscienza ed alla conversione>.

Come diocesi di Bolzano-Bressanone avete individuato la figura di un laico a cui è possibile denunciare casi di abusi. Perché non un prete?

<Da circa dieci anni il vicario generale agisce come responsabile diocesano per presunte molestie. Da due anni in aggiunta abbiamo uno sportello affidato ad una persona laica, conosciuta e apprezzata come difensore civico, ora in pensione. Ci sono diverse ragioni che ci hanno portati a questa scelta: un laico non è di parte e garantisce l'anonimato; inoltre, se una persona ha subito un abuso da parte di un sacerdote, fa sicuramente fatica a confrontarsi con un altro prete>.

Anche in Austria e Germania la raccolta di notizie sugli abusi è affidata ai laici.

<Sì, proprio queste esperienze ci hanno insegnato che uno sportello indipendente garantisce una grande trasparenza nell’accogliere ed una grande fiducia nel trattare le accuse>.

Finora quanti casi sono stati segnalati al vostro sportello?

<Cinquanta, dei quali venticinque inerenti la nostra diocesi, gli altri riguardano istituti religiosi o provengono da altre diocesi. I casi segnalati riportano trasgressioni o abusi avvenuti anche più di venti anni fa. Tra le vittime, che si sono presentate allo sportello, sono di più i maschi che le femmine. Quasi tutti i casi hanno trovato una soluzione positiva per la vittima>.

Che fine hanno fatto i preti/religiosi accusati?

<La maggior parte dei preti accusati sono morti. Con alcuni c'è stato un incontro, in cui le parti si sono confrontate. Un sacerdote ultrasettantenne è stato sospeso dal servizio sacerdotale>.

Gli episodi verificati dal 'commissario' vengono denunciati all'autorità giudiziaria?

<Nel nostro caso non ci sono state denunce, perché quasi tutti i casi erano prescritti. Comunque, la denuncia deve essere fatta dalla vittima, l'incaricato dello sportello può solo informare sull'eventuale procedere, oppure indicare un esperto che possa spiegare e consigliare la prassi da seguire>.

La vostra esperienza è un unicum in Italia: perché nessuna altra diocesi ha deciso di seguire il vostro esempio?

<Il mio predecessore, monsignor Karl Golser, ha agito spontaneamente in maniera attiva e offensiva, quando in Germania e Austria sono stati riportati i primi casi di abusi. L'intenzione era quella di offrire alle persone, che hanno subito una violenza, la possibilità di segnarla e soprattutto di essere ascoltate e prese sul serio. Per la nostra diocesi è stato ed è importante avere istituito questo servizio>.

Nel nostro Paese abbiamo meno episodi di abusi del resto Europa? Le storie di don Conti e don Seppia sono isolate?

<Non lo so, per me è importante creare un clima di accoglienza e trasparenza per chi soffre>.

Come giudica il lavoro complessivo dell'episcopato italiano nel contrasto alla pedofilia?

<La Conferenza episcopale italiana ha affrontato il tema. C'è una commissione che si occupa dell'argomento e che ha elaborato direttive e norme. La Cei si è espressa molto chiaramente di fronte ai casi di abuso, seguendo le linee guida proposte dalla Congregazione della dottrina della fede>.

A maggio l'Assemblea dei vescovi approverà le linee guida italiane per affrontare la piaga degli abusi, come richiesto un anno fa dalla Dottrina fidei a tutte le conferenze episcopali. Lei che cosa si aspetta?

<Bisogna offrire, sia alle vittime che agli abusanti, e inoltre ai rispettivi contesti familiari e comunitari, una posizione trasparente della Chiesa: deve essere chiaro che un abuso è un reato e ogni tipo di violenza è contro il Vangelo e i diritti umani. Nelle linee guida è importante che emerga una chiara priorità per la salvaguardia della vittima e del suo ambiente. Devono anche essere garantiti tutti i presupposti per una trasparente verifica dei fatti denunciati per evitare una pre-condanna di un presunto abusante>.

Fin qui i principi. Sul piano pratico quali strumenti vanno adottati?

<Oltre all'istituzione di centri o sportelli per segnalazioni, é bene realizzare un piano di misure preventive a tutti i livelli diocesani>.

É giusto che la magistratura indaghi e, se del caso punisca, non solo i preti sospettati di abusi, ma anche i vescovi accusati di aver coperto i sacerdoti sui quali pendevano voci insistenti di violenze?

<Se un vescovo copre un sacerdote sospettato, si rende complice e contemporaneamente impedisce alla verità di emergere. Questo è moralmente inaccettabile. Fa parte dei compiti del vescovo vigilare, come supervisore, sull’incolumità dei bambini, dei ragazzi e di tutti, secondo il messaggio del Vangelo e dei diritti umani>.

Monsignor Muser, lo sforzo dell'istituzione cattolica per superare l'emergenza è sotto gli occhi di tutti. Quanto ci vorrà per recuperare la fiducia smarrita nella base, specie nel centro Europa e in Irlanda, dove i casi emersi sono stati tantissimi?

<La credibilità della Chiesa e la fiducia nella Chiesa crescono nella misura in cui il popolo di Dio assume una posizione chiara e condivisa all'interno. In un clima di attenzione e accoglienza per chi soffre - primariamente le vittime - che includa, cammin facendo, anche la situazione di colui o colei che ha abusato, sarà possibile risanare le ferite attraverso la giustizia e la misericordia, il perdono e la riconciliazione>.

Che cosa si sta facendo per capire le cause delle violenze sui minori all'interno del popolo di Dio?

<La Chiesa ha intrapreso un approccio interdisciplinare per esaminare la piaga della violenza sessuale al suo interno, attraverso convegni, pubblicazioni, iniziative di sensibilizzazione e formazione degli educatori ed operatori socio-pastorali etc…>.

E quale è la sua posizione?

<La Chiesa ha il compito di salvaguardare tutto ciò che assicura ai bambini e ai ragazzi la crescita integrale, senza pericoli di alcun tipo. Per questo è necessaria una revisione delle strutture socio-educative, della formazione e supervisione degli educatori>.

Secondo lei esiste un nesso tra omosessualità e pedofilia?

<Considerando che la maggior parte, più del 90%, degli abusanti sono maschi e la maggioranza di essi è sposata, mi pare che il legame sia da escludere>.

Fatta questa premessa, va aggiornata l'istruzione della Santa Sede (2005) che vieta l'accesso in seminario ai gay?

<A mio avviso il criterio principale è quello della maturità psico-affettiva, ovvero la capacità e libertà di fare un cammino di crescita verso una maturità psico-affettiva. La conoscenza del proprio orientamento sessuale e la capacità relazionale sono cruciali in un cammino formativo come quello che viene proposto nel seminario maggiore>.

Che cosa ne pensa del celibato facoltativo per i preti come ulteriore strumento per contrastare la pedofilia?

<Se riprendo il dato di realtà che la maggior parte degli abusanti sono uomini sposati con figli propri, allora il celibato facoltativo come ulteriore strumento per contrastare la pedofilia - da solo - non funzionerebbe. La capacità di crescere e maturare nella dimensione umana, sociale, spirituale e pastorale è uno strumento sicuramente più decisivo>.

Giovanni Panettiere

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