Pacem in terris

Cardinale tedesco alla Chiesa: su divorziati e gay ripensiamo la posizione

CON i suoi 55 anni è il più giovane del collegio cardinalizio, dopo le ultime dichiarazioni è anche tra i più aperti. In un'intervista al settimanale tedesco Die Zeit, monsignor Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Berlino, ha esortato la Chiesa a ripensare la dottrina su divorziati risposati e omosessuali. Parlando di chi convola a seconde nozze - per i cattolici non può accedere all'Eucarestia, salvo che non viva con il nuovo coniuge come fratello e sorella -, il cardinale ha ricordato come il papa abbia dato la Comunione al governatore della Sassonia, divorziato e convivente con un'altra donna. <Come prete - ha detto l'arcivescovo - devo supporre che chi mi chiede l'Eucarestia lo faccia con cuore puro. Non vanno persi di vista coloro che, riconoscendo la rottura del loro matrimonio, si sforzano di condurre una vita secondo gli insegnamenti della Chiesa e non ricevono la Comunione. In questo modo danno una forte testimonianza di fede>.

WOELKI si è sbilanciato anche sull'omosessualità. Ricordando che il Catechismo della Chiesa cattolica stabilisce la necessità di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione ai danni di gay e lesbiche, il porporato ha aggiunto: <Se prendo sul serio il Catechismo, non posso vedere le relazioni omosessuali esclusivamente come negazione della legge naturale. Cerco anche di capire che ci sono persone che si assumono una durevole responsabilità reciproca, si sono promesse fedeltà e vogliono prendersi cura l'una dell'altra>. Quindi lo sprono finale: <Dobbiamo trovare un modo di consentire alle persone di vivere senza andare contro gli insegnamenti della Chiesa>.

SUCCEDENDO nel luglio 2010 al defunto cardinale Georg Sterzinski, Woelki si alienò presto le simpatie della comunità Glbt berlinese, definendo l'omosessualità <una violazione dell'ordine della creazione>. In tanti pensarono che il dialogo tra mondo gay e  Chiesa tedesca fosse giunto su un binario morto. Invece, qualche giorno dopo la sua prima uscita sul tema, l'arcivescovo convocò una gremitissima conferenza stampa, durante la quale tornò sui suoi passi, dicendosi anche pronto a confrontarsi  con gli attivisti omosex. E dialogo fu. Al Katholikentag (16-20 maggio 2012), la grande manifestazione dei cattolici tedeschi, con più di 80mila presenze, Woelki, da febbraio elevato alla dignità cardinalizia, disse: <Quando due persone omosessuali si assumono la responsabilità reciproca, se hanno un rapporto fedele e a lungo termine, bisogna considerare questa relazione allo stesso modo di un legame eterosessuale>. Molti dei presenti non credettero alle proprie orecchie. Qualche giorno fa l'arcivescovo è ritornato sul punto nell'intervista a Die Zeit.

SOSTANZIALMENTE è la prima volta che un cardinale elettore nel prossimo conclave si esprime in termini così netti su una materia delicata come l'omosessualità. Cambi di passo erano già stati invocati dal cardinale Carlo Maria Martini - over 80 e pertanto non coinvolto nel dopo Ratzinger -, dall'arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, dal vescovo di Ragusa, Paolo Urso, ma mai da prime linee del collegio cardinalizio. Diverso il discorso sui divorziati risposati. Il tema è molto sentito da Benedetto XVI e da tempo si rincorrono voci sullo studio di una soluzione al problema.

Giovanni Panettiere

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