Pacem in terris

Preti pedofili, padre Maggi: giustizia e compassione

(Padre Alberto Maggi)

 

ANCORA un prete arrestato per abusi su minore, stavolta nelle Marche. Padre Maggi, quale è il suo primo pensiero?

<In questi e altri casi noi credenti dobbiamo essere la manifestazione visibile della compassione del Padre. Siamo chiamati a stare vicino, senza giudizi, ma con amore compassionevole, a chi perde l'onore, la fiducia, la stima e si sente schiacciato dai giudizi, dal disprezzo, dall'abbandono da parte di tutti>.

Risuona il monito di Cristo (<Nolite iudicare>) nelle parole di padre Alberto Maggi, 67 anni, anconetano, biblista formatosi al prestigioso École Biblique et Archéologique di Gerusalemme. Chiamato ad esprimersi sulla vicenda del prete di Fano, don Giacomo Ruggeri, il religioso dell'Ordine dei servi di Maria, un passato a Radio Vaticana, si smarca dal coro dei giustizialisti. Ma non rinuncia a tracciare strade nuove per estirpare la piaga della pedofilia dal clero cattolico.

Persino i genitori della ragazzina difendono don Ruggeri. Ha ragione chi sostiene che, in materia di abusi, è in corso  'una caccia' al parroco?

<Se il nostro comportamento ha come base il Vangelo, dobbiamo sempre tenere presente il richiamo di Gesù a quanti volevano agire secondo giustizia e lapidare l'adultera: 'Chi è senza peccato scagli per primo una pietra...'>.

Vero, ma il peccato resta, padre Maggi.

<In una società dove vige l'imperativo 'tolleranza zero' occorre più che mai praticare il perdono 'settanta volte sette'>.

Quindi, assolto don Ruggeri?

<Assolutamente no, la giustizia deve fare il suo corso. Tuttavia, occorre compassione per queste persone che altrimenti restano in balia della disperazione>.

Condivide la decisione del vescovo di Fano, Armando Trasarti, di sospendere subito il sacerdote, per giunta suo portavoce?

<Penso che non abbia avuto alternative, stando alle leggi canoniche vigenti. Credo, però, che il provvedimento non intacchi la stima e la fiducia che il vescovo poteva avere nel suo collaboratore>.

Per l'associazione dei preti-sposati le violenze sui minori, perpetrate dai chierici, dipendono dall'obbligo di celibato. La moglie in canonica è un valido antidoto contro gli abusi?

<Parte della Gerarchia ecclesiale finge di ignorare il problema del celibato dei preti, una legge che fa acqua da tutte le parti e che ha urgente bisogno di essere rivista>.

Partendo da dove?

<La società è ormai matura per riammettere nell'esercizio del loro ministero i preti che si sono sposati, ma che desiderano ancora vivere il loro presbiterato, recuperando così una ricchezza che altrimenti nella Chiesa viene perduta>.

A maggio sono entrate in vigore le linee guida Cei contro la pedofilia. Stando a indiscrezioni, l'ex Sant'Uffizio non sarebbe pienamente soddisfatto. Colpa soprattutto del mancato obbligo di denuncia dei preti pedofili ad opera dei vescovi. È d'accordo con la scelta fatta dal nostro episcopato?

<Qui più che mai è in atto il conflitto tra giustizia (doverosa) e compassione (imprescindibile). Che cosa deve prevalere? Come agire in modo di non contraddire l'insegnamento di Colui che non è venuto a spezzare la canna incrinata e a spegnere il lucignolo fumigante? Il rispetto delle leggi civili non può entrare in conflitto con l'insegnamento del Cristo>.

Giovanni Panettiere

 
Twitter: panettiereg
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