Pacem in terris

In pensione il vescovo che si costituì parte civile contro i pedofili

AI PIÙ il suo nome non dirà un granché, eppure, come uomo di Chiesa, ha confezionato un record assoluto: è stato il primo vescovo cattolico a costituirsi parte civile in un processo contro un prete pedofilo della sua diocesi. Con un primato simile alle spalle, a 75 anni e qualche mese, monsignor Albert-Marie de Monleon va in pensione. Benedetto XVI ha accettato la sua rinuncia al governo pastorale di Meaux, in Francia, per raggiunti limiti di età. Il papa ha scelto di non prorogargli il mandato per un ulteriore biennio a dispetto di quanto accaduto ad altri vescovi, anche di diocesi minori.

NON É DATO sapere, se sia stato de Monleon a chiedere a Ratzinger l'esonero 'dai tempi supplementari'. Quel che è certo è che il domenicano, durante il suo episcopato, ha svolto un servizio non convenzionale nel contrasto alla pedofilia. Nel 2006 il religioso decise di costituirsi parte civile in difesa di un giovane che aveva subito un abuso sessuale per mano di un prete. Con la sua iniziativa de Monleon volle andare oltre il ruolo di testimone, dimostrando la propria solidarietà alla vittima contro qualsiasi sospetto di complicità nella violenza.

PER LA VERITÀ qualche anno prima monsignor Joseph Doré, arcivescovo di Strasburgo, aveva fatto richiesta di costituirsi parte civile in un analogo processo. Non ebbe fortuna. Andò meglio a de Monleon che con la sua iniziativa affermò un 'precedente giuridico' significativo per la Chiesa. Ma restò e resta un caso isolato.

Giovanni Panettiere

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