Pacem in terris

Niente telecamere su Vatileaks

IL VATICANO come gli Stati uniti. Sarà pubblico il processo a Paolo Gabriele, il maggiordomo infedele del papa, e al tecnico informatico, Claudio Sciarpelletti. Il primo è accusato di furto aggravato, il secondo dovrà rispondere di favoreggiamento. Il giudizio avrà inizio sabato 29 settembre nella piccola aula delle udienze del tribunale della Città del Vaticano, ma fotografi e cameraman resteranno fuori dalla porta. Come accade in alcuni Stati a stelle e strisce, anche per il processo più controverso della recente storia ecclesiale, giornali e tv dovranno accontentarsi delle vignette per raccontare il pathos della giustizia. Anche i cronisti subiranno qualche limitazione: solo un ristretto numero di loro potrà seguire, di volta in volta, le singole udienze.

LA SOLUZIONE della Santa Sede mette d'accordo i garanti della pubblicità del processo e i tutori della privacy, sempre e comunque. Nel frattempo cresce l'attesa, anche fuori dai confini italiani, per il primo dibattimento su Vatileaks in cui si dovranno discutere le circostanze del furto di documenti dai tavoli della segreteria pontificia, sentire le testimonianze, vagliare le prove agli atti e valutare le distinte responsabilità. A un mese e mezzo dal rinvio a giudizio di Gabriele e Sciarpelletti, deciso il 13 agosto dal giudice istruttore Piero Antonio Bonnet, il presidente del Tribunale della Città del Vaticano, Giuseppe Dalla Torre, ha emesso il decreto che fissa la prima udienza del processo. Non la fine dell'inchiesta su Vatileaks.

GLI INQUIRENTI vaticani, questo è il sunto della requisitoria del promotore di giustizia, Nicola Picardi, a conclusione dell'inchiesta sul maggiordomo di Benedetto XVI, hanno affrontato finora solo il filone del furto aggravato di carte del papa (oltre a un assegno da centomila euro, una pepita e una 'cinquecentina' dell'Eneide). Restano ancora da trattare altre ipotesi di reato. Come i delitti, anche ben più gravi, contro lo Stato e i suoi poteri, il vilipendio dell'istituzioni, i delitti contro l'inviolabilità dei segreti, la calunnia e la diffamazione. La via giudiziale è lunga, la caccia alle gole pronfonde continua. Con rigore, sì, ma lontano dalle telecamere.

Giovanni Panettiere

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Twitter: panettiereg

 

 

 

 

 

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