Pacem in terris

Adozioni e omosessuali, l’esperimento di una diocesi inglese

SI CHIAMA Equality act. È la legge del Regno unito che, dal 2006, vieta alle agenzie per le adozioni di contrastare le coppie omosessuali, disponibili a un affido. L'obiettivo del Parlamento di Sua Maestà è quello di scongiurare qualsiasi tipo di discriminazione ai danni dei gay e delle lesbiche.

In netto contrasto con la morale cattolica, che sottolinea l'esigenza di un padre e una madre per ogni bambino, la normativa britannica ha spinto le locali agenzie ecclesiali per le adozioni a chiudere i battenti o a troncare i rapporti con le diocesi di appartenenza.

Tertium non datur, con una sola eccezione. Nella diocesi di Arundel e Brighton si è imboccata una terza via per non sacrificare il bene dei più piccoli. Con la benedizione del vescovo, monsignor Kieran Conroy, l'agenzia per le adozioni ha deciso di restare in attività, preservando il legame con la Curia. Semplicemente ha rinunciato alla dizione di 'cattolica', senza abdicare al suo servizio.

<Sapevamo bene che (la questione gay, ndr.) non sarebbe stata un problema>, ha spiegato il vescovo Conroy nel corso di un briefing durante il recente Sinodo sulla nuova evangelizzazione. <Volevamo essere sicuri - ha aggiunto - che gli interessi dei bambini fossero sempre in primo piano>. Partendo da questa priorità, il presule non ha nascosto il suo rammarico per il fatto che, quando le altre diocesi inglesi hanno chiuso le agenzie, a pagare il prezzo più alto sono stati proprio i minorenni.

A conti fatti, la mossa della Chiesa di Arundel e Brighton ha permesso a trenta bambini di essere <tirati via dagli istituti e dati alle famiglie>. Con un dato particolare: nessuna richiesta è arrivata da coppie omosessuali.  Il motivo ha provato a illustrarlo Conroy: <Molto spesso le richieste sui matrimoni e sulle adozioni per i gay non provengono dalla comunità omosessuale, ma da gruppi politicamente motivati, alla ricerca di voti e  spinti dalla difesa dei diritti umani>.

Per la cronaca Conroy è lo stesso vescovo che, in veste di responsabile del settore evangelizzazione della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles, a giugno bollò come <una mossa demagogica, fatta per conquistare voti>, la decisione del primo ministro britannico, David Cameron, d’introdurre i matrimoni omosessuali entro le elezioni del 2015. In quell'occasione il presule sentenziò che a chiedere le nozze tra persone dello stesso sesso non sono le lobbies omosessuali.

<Sono stato alla radio con rappresentanti della comunità gay - precisò all'agenzia stampa Sir Europa - e non sentono il bisogno che l’istituzione del matrimonio venga cambiata per loro. Ritengono che le unioni civili danno già loro tutti i diritti che vogliono, come hanno sottolineato sia la Chiesa cattolica che quella anglicana>.

Giovanni Panettiere

Twitter: panettiereg

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