Pacem in terris

Nigeria, la lezione del cardinale Onaiyekan: Boko Haram non è l’islam

UN'ALTRA ESPLOSIONE in una chiesa, l'ennesima domenica di sangue per i cristiani. E' di undici morti e una trentina di feriti il bilancio, ancora provvisorio, del doppio attacco suicida che ha distrutto un luogo di culto protestante all'interno di una caserma nel nord della Nigeria. I sospetti si concentrano sul gruppo islamista Boko Haram, autore di vari attacchi contro la minoranza cristiana della zona. L'ultimo precedente a ottobre, quando un kamikaze fece otto vittime e un centinaio di feriti.  

ORMAI nel Paese africano i morti si contano a centinaia, non solo cristiani. Nella somma delle vittime c'è spazio anche per quei musulmani uccisi durante le rappresaglie di turno. La spirale d'odio non conosce fine e più di un fedele di Gesù ha smesso di porgere l'altra guancia. Le statistiche a riguardo non lasciano dubbi: come ha sottolineato con onestà il neo cardinale nigeriano, John Olorunfemi Onaiyekanlo, 68 anni, <le vittime islamiche sono il doppio di quelle cristiane>. Peggio ancora, nel popolo di Dio si sta facendo strada una pericolosa identificazione tra i fondamentalisti e l'intero panorama islamico, fortunatamente più variegato e pacifico.

<I MUSULMANI nigeriani non sono Boko Haram, la grande maggioranza degli islamici con cui abbiamo a che fare ogni giorno non coltiva le stesse idee>. Onaiyekan, che è arcivescovo di Abuja, una delle città simbolo delle violenze etnico-religiose, non si stanca di ripeterlo. Anche ieri, con gli echi delle bombe in lontananza, ha voluto sgombrare il campo dagli equivoci. E ai microfoni di Radio Vaticana ha invocato una santa alleanza tra cristiani e musulmani per isolare i terroristi: <Con gli islamici abbiamo molte cose in comune. A prescindere dai valori spirituali che cristiani e musulmani condividono, c'è il fatto che siamo cittadini dello stesso Paese e dobbiamo affrontare gli stessi problemi, le stesse sfide. Perciò dovremmo unire i nostri sforzi, anche intellettuali, per risolvere questi problemi>. Solo così - ha continuato Onaiyekan - <non saremo avversari e nemmeno concorrenti, ma alleati>.

TRA I VESCOVI nigeriani il cardinale è uno dei pontieri più indefessi del dialogo interreligioso. Se ne è accorta Pax Chisti Internationalis, che lo ha insignito del Premio pace 2012, e soprattutto lo sa bene il papa. Che, sabato posandogli sul capo la berretta rossa, ha voluto ricompensarlo degli sforzi fatti per scongiurare il baratro ed evitare che ancora una volta sia il sangue a lavare via altro sangue. <Gesù ci ha chiesto di porgere l'altra guancia - ha ricordato Onaiyekan a Radio Vaticana -. Lui stesso a sua volta ricevette uno schiaffo, ma invece di porgere l'altra guancia, chiese: 'Se ho detto qualcosa di sbagliato, dimmelo. Altrimenti, perché mi hai schiaffeggiato?'> Da questo episodio - ha chiosato l'arcivescovo - ho imparato la mia lezione, ed  è questa: se qualcuno ci maltratta, la risposta giusta non è quella di rispondere allo stesso modo, ma di chiedere: 'Perché lo stai facendo?', opponendo al male la forza dell'amore e della ragione. Perché questo e' esattamente quello che ha fatto Gesù>.

Giovanni Panettiere

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È USCITO il primo libro  di. Giovanni Panettiere, Non solo  vescovi, Gabrielli editore, 2012:
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