Pacem in terris

Campagna elettorale, i vertici della Chiesa tifano Monti

L'IMBOSCATA del Pdl a Mario Monti prende in contropiede i vertici ecclesiali. E ricompatta il fronte cattolico attorno al Professore, nella speranza che le sue dimissioni aprano la strada a un ritorno del premier a Palazzo Chigi. Stavolta non più da tecnico, ma da candidato del rassemblement centrista in via di allestimento. Se lo augura la Segreteria di Stato, che nutre una profonda stima e fiducia in Monti, lo spera la Conferenza episcopale italiana, soddisfatta di come il governo abbia gestito la patata bollente dell'Imu sul no profit.

A DIRE il vero il presidente dei vescovi, Angelo Bagnasco, avrebbe preferito un'evoluzione in salsa Ppe del Pdl. Con Angelino Alfano al timone e una salutare iniezione di cattolici tra gli azzurri. E, invece, si è tornati al punto di partenza. Diciotto anni dopo l'esordio di Forza Italia, riecco Silvio Berlusconi, dato per spacciato un po' troppo in fretta anche in casa Cei. Da qui lo stile risentito delle ultime dichiarazioni di Bagnasco che non ha affatto gradito la crisi di governo orchestrata dal Cavaliere: <Non si possono mandare in malora i sacrifici fatti nell'ultimo anno dai cittadini. Lascia sbigottiti l'irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando>, ha sbottato il cardinale, togliendo ogni dubbio sul vero destinatario dei suoi strali.

POCO più di un anno fa la Cei tagliava il cordone ombelicale con l'esecutivo Berlusconi, dopo esserne stata la stampella morale per un triennio, senza dimenticare il feeling di ferro tra il Cavaliere e il cardinale Camillo Ruini, per sedici anni al vertice della Chiesa cattolica in Italia. Ora, con uno scenario politico in rapida evoluzione, vescovi e Santa sede dimenticano i colpi bassi del recente passato e tornano a marciare all'unisono, affidandosi a Monti. <Sarebbe un errore non avvalersi in futuro di chi ha contribuito in modo rigoroso e competente a dare credibilità al nostro Paese>, si è sbilanciato Bagnasco. Ancora più esplicito il ministro del Lavoro della Cei, monsignor Giancarlo Bregantini, espressione della corrente sociale nell'episcopato (<Mandare a spasso Monti è una mossa sbagliatissima>), mentre il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, si è lanciato in un vibrante encomio del bocconiano (<Uomo capace di dirittura personale, motivato rigore e saggia e popolare moderazione>). Apprezzamenti al Prof sono arrivati nelle ultime ore anche dall'Osservatore romano, il quotidiano della Santa sede.

CON LE ELEZIONI d'improvviso dietro l'angolo, i vertici ecclesiali osservano quale sarà la prossima mossa di Monti. La speranza è di vederlo coinvolto, in qualche modo, in prima persona. Ma il premier, al momento, non ha ancora sciolto la riserva sul suo sostegno ad una 'lista per Monti'. Di sicuro un suo appoggio esplicito farebbe volare un rassemblement che veda assieme, verosimilmente in due tronconi elettorali collegati, l'Udc di Pier Ferdinando Casini e una lista 'Italia civica', nata dall'iniziativa 'Verso la Terza Repubblica' di Luca Cordero di Montezemolo. Sarebbe una buona notizia per la Cei che, se ha messo una pietra sopra il capitolo Berlusconi, continua a guardare al fronte moderato. Monti va più che bene per arginare l'avanzata della sinistra. Bersani e  Vendola sono avvertiti. In politica cambiano gli alleati, mai gli avversari. Anche per i vescovi e i cardinali.

Giovanni Panettiere


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È USCITO il primo libro  di. Giovanni Panettiere, Non solo  vescovi, Gabrielli editore, 2012:

 

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