Pacem in terris

Locri, il vescovo apre alle unioni omosessuali

UN ALTRO vescovo a favore del riconoscimento delle unioni omosessuali, ancora un via libera da una diocesi del Sud Italia. Negli ultimi tempi a rompere il ghiaccio è stato monsignor Paolo Urso, ordinario di Ragusa, in un'intervista a Qn.net (11 gennaio 2012), ora, a meno di un anno di distanza, il coming out arriva da monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, vescovo di Locri. Prima di loro, qualche anno fa, monsignor Giovanni Giudici (Pavia) aprì ai Dico (Provincia pavese, 22 febbraio 2007). Ma andiamo con ordine, partendo dalle parole del successore di monsignor Giancarlo Bregantini sulla cattedra calabrese.

<LE LIBERE unioni di affetto tra le persone, anche dello stesso sesso - scrive Morosini in una lettera inviata a tutte le parrocchie della diocesi e letta nel corso della messa domenicale - possono e debbono aver riconosciuti i loro diritti civili, senza che si pretenda che esse assurgano alla dignità di matrimonio e di famiglia>. Apre uno spiraglio il vescovo di Locri che, allo stesso tempo, chiude due portoni: niente equiparazione alle nozze, nessun allargamento della nozione di famiglia.  <Da credenti - aggiunge Morosini - dobbiamo riscoprire i grandi valori cristiani del matrimonio e della famiglia. Una visione scristianizzata, che si sta imponendo anche sul nostro territorio attraverso i media, va lentamente distruggendo i valori di un tempo>. Da qui l'invito ai fedeli, in occasione dell'anno della fede, ad andare controccorrente rispetto al pensiero in ascesa.

LA FAMIGLIA  - prosegue  - è per noi <l'unione di un uomo e una donna, benedetta da Dio con il sacramento del matrimonio e riconosciuta dallo Stato come cellula fondamentale della sua stessa stabilità. Non lasciatevi ammaliare dal miraggio della convivenza e delle coppie di fatto>. Né da quello del divorzio le cui conseguenze <deleterie>, sia per i figli che per la famiglia, sono sotto gli  occhi di tutti.  <Da coniugi cristiani - chiosa Morosini - siate maggiormente aperti al dialogo, alla pazienza, al perdono e alla riconciliazione reciproca: i divorzi e le separazioni saranno scongiurati>. Resta l'interrogativo stringente di che cosa fare, quando il matrimonio diventa un incubo, popolato da ingiurie e violenze, come purtroppo la piaga degli uxoricidi ci insegna. Ma questo il vescovo non lo dice.

TORNANDO alle relazioni tra persone dello stesso sesso, al di là delle aperture di Morosini, minime nell'economia del rapporto tormentato tra fede e omosessualità, anche nell'episcopato italiano prende quota una maggior comprensione della coppia gay o lesbica. Siamo ancora davanti a posizioni isolate, seppur in crescita. A livello collegiale i vescovi tacciono o si allineano al magistero pontificio, più preoccupato a difendere  dal relativismo l'istituto del matrimonio che a mettere al centro la persona concreta. Quella che, in una società afflitta dalla malattia del sesso usa e getta, anche inconsciamente ha sete di relazioni autentiche, disciplinate e garantite a livello normativo. Siano coppie etero o omosessuali, sposate e non. Si potrà discutere su quali diritti/doveri riconoscere alle singole relazioni, ma uno Stato laico non può andare avanti come se le convivenze non ci fossero. Buona parte dei laici l'ha già capito, anche tra i parroci il bisogno è sentito, per i vescovi, invece, siamo ancora all'alba di un nuovo giorno,

Giovanni Panettiere

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Twitter: panettiereg

È USCITO il primo libro  di. Giovanni Panettiere, Non solo  vescovi, Gabrielli editore, 2012:

http://blog.gabriellieditori.it/2012/10/vescovi-chiesa-panettiere/

 

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