Elezioni, cattolici divisi anche stavolta
DOVEVA essere l'occasione giusta per dirottare il voto cattolico su Monti, magari definendo all'ultimo una quarta lista alla Camera a sostegno del Prof. A Todi ci sarebbero state tutte le sigle ecclesiali, dall'Azione cattolica al Rinnovamento dello spirito, non solo le sette sorelle (Cisl, Acli, Mcl, Confcooperative, Coldiretti, Compagnia delle opere, Sant'Egidio) che hanno promosso le prime due edizioni del Forum. I giornali già titolavano sulla partecipazione del premier all'assise. E, invece, la cittadina umbra è rimasta deserta. Todi III non è andata oltre gli inviti di partecipazione, nonostante la benedizione di quegli ambienti d'OltreTevere, insofferenti alla diaspora dei cattolici in politica. Presuli come monsignor Toso, braccio destro del segretario di Stato Bertone, che due anni fa, alla vigilia di Todi I, ebbe a dire: <La nascita di un partito di ispirazione cristiana non è una ipotesi da escludere> (14 luglio 2011). Sarà pur vero, ma intanto, anche in questa tornata elettorale come da vent'anni ad oggi, alle urne i cristiani imboccheranno strade diverse.
PER COLPA di Monti? Diciamo che di settimana in settimana il Prof è apparso sempre più disinteressato a vestire i panni del federatore dei cattolici. Come se il santino di De Gasperi, appiccicatogli addosso da notisti politici un po' troppo frettolosi, gli andasse stretto. Tra agende e conferenze stampa il premier ha fatto capire che il suo campo di gioco è quello riformista, oltre le dizioni di destra e sinistra. Non quello cattolico e confessionale. Va bene la stima dei Sacri Palazzi - guadagnata nell'anno di governo grazie al condono strappato in Europa sull'Imu, al ricorso contro la sentenza Ue favorevole alla diagnosi pre impianto sugli embrioni e a 223 milioni per le scuole private -, l'appoggio operoso di laici come Riccardi (Sant'Egidio), Olivero (ex presidente delle Acli), Marino (numero uno di Confcooperative), ma per vincere serve altro. Imprese, banche e società civile. E Monti vuole vincere. Tenendosi le mani libere da cabine di regia clericali: Vaticano e vescovi possono servire nei momenti topici, non di più.
NON SOLO. Monti ha pienamente capito che la sua Scelta civica non convince l'intera galassia ecclesiale. Ne è prova la Compagnia delle opere che, al di là del documento ufficiale di Comunione e liberazione sulla neutralità politica del movimento, risente del travaglio interno a Cl, tra una maggioranza ancora legata al Pdl e una componente esigua che ha scelto di sposare la causa montiana. Altro discorso quello delle Acli. L'ex numero uno Olivero corre con i centristi, di contro buona parte dei vertici e la quasi totalità della base aclista continua a guardare a sinistra. Normale che in un contesto simile Todi III non avesse più ragione di esistere, con buona pace degli organizzatori.
FA SPALLUCCE, invece, la Cei che sin dai tempi del cardinal Ruini preferisce contaminare i singoli schieramenti con la valorizzazione dei princìpi non negoziabili piuttosto che puntare dritto sulla riedizione di un partito cattolico. Anche perché in questo modo la presidenza dei vescovi può garantirsi sempre un ruolo di primo piano nelle intrigate vicende della realizzazione del bene comune. Non a caso, dopo i primi attestati di stima, l'episcopato ha iniziato a prendere le distanze da Monti, segno che tra il premier e la Cei non c'è mai stato un vero e proprio colpo di fulmine. Prima hanno bacchettato il Prof per i toni irriverenti da campagna elettorale vecchio stampo, poi per lo scarso spazio alla famiglia nell'Agenda e per il rimando alla libertà di coscienza sui temi etici. Sulla sfondo non manca la preoccupazione dei vescovi per un possibile accordo post elettorale tra il Prof e l'asse Bersani-Vendola. Più di una patata bollente per chi ha sostenuto gli esecutivi del Cavaliere per quasi un ventennio e fino all'ultimo ha sperato in una deberlusconizzazione del Pdl. A pattugliare il perimetro montiano resta così solo Avvenire a dimostrazione che la strategia di fondo non cambia: anche tra i centristi la presenza cattolica va supportata. Ne va della tutela dei valori non negoziabili.
Giovanni Panettiere
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È USCITO il primo libro di. Giovanni Panettiere, Non solo vescovi, Gabrielli editore, 2012:
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