Ruini esce di scena, non la sua strategia
I CATTOLICI vadano a votare, perché disertare le urne significa «portare acqua alle difficoltà del Paese». Ma scelgano guardando ai valori non negoziabili, senza lasciarsi «ingannare dagli imbonitori». Ruota attorno a questi due appelli l’intervento del segretario della Conferenza episcopale italiana, monsignor Mariano Crociata, nella conferenza stampa conclusiva del Consiglio episcopale permanente. Archiviato l’endorsement a Mario Monti e la suggestione di una riediezione della Balena bianca - un po' per la scarsa garanzia del Prof sui temi eticamente sensibili, un po' per i sondaggi non proprio favorevoli alla coalizione centrista, rimane tuttavia l'assoluta comprensione dei sacrifici imposti dai tecnici -, i vescovi rilanciano la carta della contaminazione cristiana nei singoli partiti: «La presenza di candidati cattolici in schieramenti diversi — spiega Crociata — è espressione della varietà del mondo cattolico nella sua partecipazione alla politica. Non è dispersione, ma è portatrice di una condivisione di valori».
LA PUNTUALIZZAZIONE non giunge in una giornata qualsiasi per la Chiesa. Ieri il Consiglio permanente ha nominato il cardinale Angelo Bagnasco, attuale numero uno dei vescovi, al vertice del Comitato per il progetto culturale. Subentra a Camillo Ruini, giunto a scadenza naturale del mandato alla guida di quella che è stata la sua ultima creazione, nata per riportare la cattolicità al centro del dibattito culturale. Con questo passaggio di consegne, dopo 30 anni da protagonista nella Chiesa italiana, prima come segretario della Cei, quindi quale presidente, il Cardinal Sottile va ufficialmente in pensione. Di lui resta la sua strategia politica, battezzata quando ancora era il timoniere della Cei e la Dc si era appena dissolta: via libera a una presenza diffusa, a destra ma anche a sinistra, di politici dalla sicura impronta cristiana. Le parole di Crociata sono lì a dimostrarne l'assoluta attualità oggi come allora.
Giovanni Panettiere
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