Un sognatore di nome Dio

Siamo partiti come blog di informazione ecclesiale, ci siamo allargati a strumento di approfondimento religioso. Da qualche settimana Pacem in Terris ha 'fatto amicizia' anche con i video, iniziando la pubblicazione di alcune interviste, frutto delle presentazioni di 'Non solo vescovi'' (Giovanni Panettiere, Gabrielli editori, 2012).  Da oggi, con cadenza settimanale - chiediamo già scusa per eventuali mancanze -  ci permettiamo di annoiarvi con qualche riflessione sulla liturgia della Parola della domenica. Leggetelo, se volete, come un nostro omaggio all'anno della fede, indetto dal papa con il motu proprio Porta fidei (2011). Ma, soprattutto, non aspettatevi roboanti summe teologiche o erudite digressioni bibliche. Siamo solo giornalisti, nei quali il credente incontra l'ateo, la certezza dialoga col dubbio. Martini docet.

g. p.

V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

10 febbraio 2013

Is 6,1-2. 3-8; Sal 137; 1 Cor 15, 1-11; Lc 5, 1-11

LA DISTANZA tra noi è Dio è di per sè incommensurabile, non c'è misura che tenga. Ma Lui si è fatto uomo come noi e sempre si china su quelle che sono le nostre fragilità. Di più, ha un progetto, un sogno per ciascuno di noi. Anche se ci chiamiamo Pietro e siamo solo degli umili pescatori, anche se lo bestemmiamo o non riusciamo ad accorgerci della sua presenza. Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi (1 Tm, 2,4)  e risplendano nella luce della sua Resurrezione: questa è la verità più alta e profonda che la Chiesa ha il compito di annunciare. Nel suo transito terrestre il popolo di Dio sa di non essere di questo mondo, ma non può starne fuori.  Altro è, invece, scendere al passo coi tempi: il Vangelo e il suo amore non potranno mai confondersi con l'egoismo del presente. C'è tanto da fare nella vigna del Signore. Ecco perché la Chiesa tutta (laici, diaconi, religiosi, preti, vescovi) è chiamata ad annunciare la Parola di Dio sulla faccia della terra. Che, se anche non lo dice, ha ancora fame del Padre.

Giovanni Panettiere