Pacem in terris

Lo storico Melloni vede Scola in pole position

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   <IL SILENZIO DI SCOLA? E' COSI' CHE SI VIENE ELETTI>                                             
 
Lo storico Melloni: Vatileaks non sconvolge. Il torbido c'è da secoli    
 
Articolo pubblicato su Qn (Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione), edizione dell'8 marzo 2013
                                                                                                                                                                                                                           
Giovanni Panettiere
BOLOGNA
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                      
<ANTICIPARE il conclave? Sarebbe molto difficile per i cardinali spiegare il perché di così tanta fretta. Due settimane dall’inizio della sede vacante sono un tempo più che adeguato per iniziare a eleggere il vescovo di Roma». È stallo in congregazione generale. I curiali spingono per aprire il prima  possibile la Cappella sistina, i porporati nordamericani e centroeuropei fanno quadrato. La fotografia non sfugge al professor Alberto Melloni, storico del cristianesimo. I conciliaboli, i patti, gli scontri dietro la scelta del vicario di Pietro sono da anni al centro dei suoi studi, come dimostra la sua ultima fatica, Il Conclave (Il Mulino, 2013), in cui ripercorre la storia dell’elezione del Papa.
 
Perché è meglio aspettare i canonici 15/20 giorni?
«Serve una riflessione approfondita. Anche per evitare di dare l’impressione di non voler affrontare qualche nodo». 
 
Cardinali di primo piano come Walter Kasper, Cristoph Schönborn e Peter Erdo in congregazione generale hanno chiesto chiarimenti sulla relazione Vatileaks. La Curia teme un dibattito aperto?
«Si fa un gran parlare di questo documento, ma credo non ci sia scritto niente di così sconvolgente».
 
Ovvero?
«Si parlerà di monsignori che hanno pensato in maniera ossessiva al carrierismo. Nulla di nuovo: è da circa sette secoli che la Curia manca di limpidezza». 
 
Questa potrebbe essere la volta buona per riformarla.
  «Per ripulirla basta uno spazzino... Non vorrei che concentrando l’attenzione sulla riforma della Curia si perdesse di vista l’urgenza della Chiesa: l’attuazione della collegialità episcopale, sancita dal Vaticano II. A distanza di 50 anni non abbiamo ancora organismi collegiali per il governo universale».
 
La Curia lavora a un ticket Scherer/Piacenza. Torna lo schema Roncalli/Tardini del 1958?
«Prima che Piacenza diventi un segretario di Stato alla Tardini ce ne vuole». 
 
Il criterio progressisti/conservatori è ancora valido per raccontare questo Conclave?
«Esistono più partiti progressisti e conservatori che da sempre si intrecciano in maniera inaspettata. Come nel 1963, quando i blocchi di destra, pur di non votare Giovanni Battista Montini, erano pronti a sostenere il bolognese Giacomo Lercaro, ancora più liberal». 
 
Angelo Scola non sta intervenendo nelle congregazioni...
«È così che si viene eletti Papa».
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