Pacem in terris

Bergoglio-Ratzinger, discontinuità senza rottura

LA CORNETTA DI PIETRO

Commento pubblicato sul Qn (Il Giorno-Il Resto del Carlino-La Nazione), edizione del 30 marzo 2013

NON C’ERA solo una voglia di rinnovare l’affetto e la stima per il Papa emerito. Prima di partire alla volta del carcere minorile di Casal del Marmo, dove ha compiuto l’ennesimo gesto di rottura in chiave evangelica del protocollo, celebrando la Missa in Cena Domini fuori dal Laterano e ammettendo alla lavanda dei piedi anche due donne e fedeli non cattolici, Francesco ha telefonato a Joseph Ratzinger. È stata una chiacchierata «lunga e intensa», come l’ha definita la Sala stampa vaticana, nella quale il vescovo di Roma ha ribadito la comunione ecclesiale con il suo predecessore. Come a rassicurare il mite teologo tedesco, amante della liturgia tridentina e dei cerimoniali, che mai avrebbe compiuto gli strappi del Giovedì santo. Gli stessi che guarda caso ieri hanno innescato le prime vere critiche a Bergoglio, provenienti dalla galassia integralista che proprio in Benedetto XVI ha sempre visto il difensore della Tradizione (o del tradizionalismo?). Per la verità i primi mal di pancia si erano avuti già il 13 marzo, quando Francesco si presentò al mondo senza mozzetta rossa, calzando la stola solo per impartire la solenne benedizione. Persino il maestro delle cerimonie pontificie, monsignor Guido Marini, genovese, cresciuto alla scuola del cardinale Giuseppe Siri, davanti alle tv del mondo intero quella sera tradì una discreta insofferenza. Ma è ora, dopo la lavanda dei piedi a Casal del Marmo, che il dado può dirsi tratto.

IL SITO tradizionalista Rorate Coeli ha dichiarato finita la ‘riforma della riforma’ — il ripristino di celebrazioni più solenni dopo ‘le fughe in avanti’ successive al Vaticano II —; il noto blogger, canonista a stelle strisce, Ed Peters ha accusato Francesco di «dare un cattivo esempio». Senz’altro anche Bergoglio deve aver messo in conto le critiche una volta che ha deciso di derogare al protocollo. E forse proprio per ribadire che la barca di Pietro è sempre la stessa, e non un’altra, ha alzato la cornetta e telefonato a Ratzinger. La differenza di stile tra i due è fuori discussione: schivo e ieratico Benedetto XVI, estroverso e pastorale Francesco. Il primo denunciava la secolarizzazione e il relativismo, il secondo sprona i cattolici ad andare incontro agli ultimi «nelle periferie dell’esistenza». Questa pacata discontinuità nelle priorità del ministero petrino non erode il vicolo dell’unità ecclesiale. E la telefonata di Bergoglio a Ratzinger è lì a dimostrarlo.

Giovanni Panettiere

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