Pacem in terris

Vaticano e matrimoni omosessuali, spunta l’ipotesi obiezione di coscienza

GUAI a parlare di avallo della Chiesa ai matrimoni gay. A presidiare il semaforo rosso dal 2003 campeggiano le Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali, elaborate dalla congregazione per la dottrina della fede. Ne è consapevole il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi, un passato da collaboratore di padre Carlo Maria Martini, un presente da possibile ispiratore della prossima riforma della Curia romana. Sua è la bozza di depotenziamento della Segreteria di Stato che Benedetto XVI ha preferito non attuare.

INTERVENENDO ieri in un convegno alla Lumsa, Coccopalmerio non ha parlato di dicasteri vaticani. Si è, invece, soffermato sul matrimonio fra persone dello stesso sesso, balenando l'ipotesi di un ricorso all'obiezione di coscienza per affermare la voce e i valori dei cristiani contro le nozze omosex. Non un cedimento, certo, a una forma di unione, che il magistero cattolico taccia come contraria alla legge naturale, ma una soluzioone pratica per uscire dalla logica del muro contro muro. <Questo salverebbe l'ordinamento dal ripiegamento sui soli valori della maggioranza>,  ha detto il canonista prima di sottolineare che molto <dipenderà dall'azione dei cristiani e dalla loro capacità di mobilitarsi per dare un valore all'obiezione di coscienza e per evitare una sorta di idolatria alla legge positiva>. In pratica, la norma potrebbe riguardare non solo i sindaci, ma anche i funzionari civili. A riguardo il cardinale  ha citato il caso di una dirigente inglese, che non presenziava ai matrimoni tra omosessuali, e il cui licenziamento è stato dichiarato  <non discriminatorio> dalla corte europea dei diritti umani di Strasburgo.

LA PROPOSTA di Coccopalmerio segue di qualche mese un'altra uscita pubblica destinata, a suo tempo, a far discutere. Quella del ministro vaticano per la famiglia, monsignor Vincenzo Paglia, che si disse favorevole a riconoscere, nell'ordinamento privato, diritti e doveri  per le convivenze gay o lesbo. Entrambe le dichiarazioni danno la misura di come, anche dentro le mura  leonine, stia emergendo una linea meno intransigente rispetto al passato su uno dei nodi più controversi della postmodernità. <Oggi il matrimonio - ha riconosciuto Coccopalmerio - è uno dei capitoli più controversi nei rapporti tra Stato e Chiesa in tutti i Paesi. La libertà religiosa è un diritto fondamentale e questo implica la trasmissione dei contenuti della fede>. Tra questi non manca <la famiglia che si fonda sulle nozze, tra un uomo e una donna, aperte alla procreazione>. Se lo Stato italiano andasse nella direzione illustrata dal cardinale, si avrebbe una situazione analoga a quella in vigore per l'aborto. Depenalizzato in Italia dalla legge 194/78 che garantisce comunque al medico il ricorso all'obiezione di coscienza.

 Giovanni Panettiere

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