Pacem in terris

Family Day contro Gay Pride. La Chiesa siciliana getta acqua sul fuoco

STESSO giorno, stessa città, due visioni antitetiche della famiglia e della sessualità. Palermo si prepara a vivere un sabato caldissimo e stavolta l'estate non c'entra. Ad alzare le temperature saranno un paio di manifestazioni antitetiche che ingrosseranno le strade e le piazze del capoluogo siculo. Nessuna questione di ordine pubblico, sia chiaro, solo un'aspra dialettica culturale a distanza ravvicinata.

DA UN LATO, il Gay Pride nazionale, con la sua domanda di diritti per le coppie omosessuali, i carri esuberanti in testa e dietro, nel disinteresse diffuso di flash e telecamere, il corteo anonimo di chi reclama una via di uscita dal nascondimento; dall'altra, i cristiani senza se e senza ma, quelli del Family day che non ne vogliono sapere di aperture verso ciò che ritengono contrario alla natura. 

 <NON è un caso che il Family Day sia lo stesso giorno e nella stessa città del Gay Pride nazionale - si legge sul sito del comitato promotore della festa della famiglia tradizionale -.Vogliamo dare ancora più risalto alla bellezza della Famiglia e dellistituto naturale del Matrimonio>. Sullo sfondo si levano gli echi della legge francese sul matrimonio per tutti, omosessuali compresi. «Poiché il Gay Pride nazionale ha come suo ultimo scopo, espressamente dichiarato, lequiparazione legale delle unioni omosessuali al matrimonio, che, come abbiamo visto in Francia, è tuttuno con il diritto alladozione, abbiamo ritenuto essere nostro diritto/dovere dare vita ad un Comitato popolare che chiarisce Filippo Campo, promotore del Family day , facendo tesoro della grande mobilitazione popolare che ha coinvolto milioni di francesi, si facesse portavoce di quello che è il comune sentire di tantissimi siciliani e italiani: il matrimonio non può che essere costituito, per sua natura, dallunione legittima tra un uomo e una donna>.

LEFEBVRIANI, Una voce, Riscossa cristiana, Militia Christi, Fondazione Lepanto e altre sigle della destra religiosa non mancheranno al Family Day. La Conferenza episcopale siciliana, invece, seguirà le due manifestazioni da lontano. Non senza disinnescare sul nascere qualsiasi barlume di animosità. A rifuggire la logica dello scontro è monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone e delegato della Conferenza episcopale siciliana per la famiglia e i giovani: <La giornata della Famiglia - dichiara sul sito della Conferenza episcopale siciliana - non è e non deve essere contro qualcuno. Non è e non deve essere una manifestazione di muscoli o di forza: la logica del Vangelo, infatti, non è quella della lotta ma è quella del sussurrare la verità alla ricerca sempre della più profonda verità delluomo>. Quindi l'auspicio finale: <Vorrei che ci fosse la capacità di smetterla di fare fronti contrapposti. Nella storia la soluzione dei problemi non è mai stata nella lotta ma nellascoltare laltro, nel dire la verità. Certo, non bisogna  rinunciare alla propria prospettiva, ma bisogna affermarla come dono, come ricchezza>.

Giovanni Panettiere

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