Il Papa non giudica, il cardinale Coccopalmerio apre: unioni stabili omosessuali? L’importante che non siano matrimonio
TIRA un sospiro di sollievo il cardinale Francesco Coccopalmerio. Nonostante i timori della vigilia e qualche strada sbagliata dal convoglio papale, la Giornata mondiale della gioventù è filata liscia. La sicurezza ha tenuto e Bergoglio, in barba ai rischi, ha potuto immergersi fino in fondo nel calore offerto dalla marea di ragazzi provenienti da ogni latitudine.«Quello che spontaneamente raccomandiamo, nel nostro affetto, al Papa è di essere il più possibile prudente senza negargli il rapporto diretto con le persone», confida il presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi. Gli incidenti non ci sono stati, in compenso, sull'aereo di ritorno a Roma, il Santo padre ha parlato a ruota libera con i cronisti, arrivando, a sorpresa, a sospendere il giudizio sugli omosessuali. Coccopalmerio non si scompone, ricorda la dottrina ufficiale e rilancia: <Se anche ci sono unioni stabil tra persone dello stesso sesso, l'importante è che non si parli di famiglia>.
Cardinale, Francesco cerca il contatto con i fedeli, li abbraccia, li bacia, beve il mate dagli sconosciuti. Come si spiega questo stile?
«Il rapporto così immediato con la gente resta un tratto qualificante del Pontefice. Abbracciare e baciare bambini o adulti è un modo per farli sentire importanti come faceva Gesù».
Oltre tre milioni di ragazzi, vescovi e cardinali, che ballano, entusiamo alle stelle. A Rio è tornata la gioia della fede?
«Più che tornata, direi che Francesco ha rafforzato la felicità di dirsi cristiani. Però non si può negare che in alcune parti della Chiesa serve ancora molta più gioia: si ha a volte l’impressione di essere troppo tristi».
Una Chiesa cupa non avvicina, semmai allontana i giovani.
«In certi casi abbiamo alienato i ragazzi dalla fede. Se crediamo in Gesù e nella sua resurrezione, e quindi nella vita terrena, non possiamo essere tristi. La nostra è una gioia fondata sull’essenza della fede».
Quest’attenzione di Bergoglio per le nuove generazioni è controcorrente in un tempo in cui, come sottolinea lui stesso, vige ‘la cultura dello scarto’.
«Nei confronti dei giovani, che non trovano lavoro, ai danni degli anziani che sono considerati inutili. Ma non solo loro vengono messi da parte. Ci sono contesti in cui assistiamo a una vera e propria ‘cosificazione’ della persona umana».
Un esempio?
«Penso al caso di un imprenditore che vuole ristrutturare l’azienda e decide di licenziare i lavoratori senza pensare che, dietro i suoi dipendenti, ci sono delle famiglie, con mogli e figli».
Ai vescovi latino-americani il Papa ha raccomandato sobrietà e di «non spadroneggiare sui fedeli». Parole sante?
«L’invito ai vescovi e ai sacerdoti a non ‘spadroneggiare’ sopra i fedeli è già presente nelle raccomandazioni degli apostoli ed è sempre importante non dimenticarlo. Esistono ancora certi prelati che si comportano come padroni, particolarmente nei confronti dei preti».
E la Chiesa povera sognata da Francesco?
«La Chiesa in quanto tale non può essere povera altrimenti non riuscirebbe ad aiutare gli ultimi. Sono i membri della Chiesa che sono chiamati alla sobrietà».
Sull’aereo che lo riportava in Italia il vescovo di Roma si è chiesto: «Chi sono io per giudicare i gay che cercano il Signore?». La domanda ha suscitato clamore in tutto il mondo.
«Non dobbiamo confondere i piani. Da un punto di vista oggettivo, nessuno potrebbe negare che esiste una sessualità secondo natura e una invece, diversa, quella tra persone dello stesso sesso>.
Ma il Papa si è concentrato sulla persona, non sulla legge naturale. Ed è arrivato persino a dire che <la tendenza omosessuale non è un problema> . Questa è una novità, non trova?
«Da un punto di vista della persona, e quindi della loro coscienza, i gay e le lesbiche non vanno condannati. E, se anche ci sono delle unioni stabili tra di loro, l’importante è che non vadano confuse con la famiglia e con il matrimonio>.
Bergoglio ha detto no al sacerdozio per le donne, ma ha detto che sono <più importanti dei vescovi e dei preti>, rivendicando più spazio per loro nella Chiesa. Secondo lei ci sarà la possibilità di avere vertici femminili anche nei dicasteri vaticani?
<È possibile, perché no? Abbiamo già avuto esempi in questo senso>.
Giovanni Panettiere
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