Pacem in terris

Da Ferrara alla Bonino, tutti gli atei dei papi

C'ERANO una volta gli atei devoti alla Marcello Pera e Giuliano Ferrara, schierati con Benedetto XVI contro il relativismo e la secolarizzazione. Altri tempi, altro pontificato, oggi tocca ai laici a digiuno con Francesco per dire no alla guerra, in Siria come altrove. Tra questi il più influente è il ministro degli Esteri, Emma Bonino. Radicale di ferro, da sempre sulle barricate dell'anticlericalismo e dell'autodeterminazione della donna, sabato non sarà in piazza San Pietro a pregare per la pace, ma si asterrà dal cibo in rispetto all'invito del papa. Come lei faranno il sodale Marco Pannella, l'oncologo di fama mondiale, Umberto Veronesi, l'architetto e neosenatore a vita, Renzo Piano, oltre ai vertici dell'associazione laica Articolo 21.

SONO adesioni che danno la misura di quanto ormai la voce di Bergoglio, il vescovo di Roma che del mondo vuol fare una parrocchia, sia sempre più ascoltata anche fuori dalla Chiesa. La sua Giornata di preghiera e digiuno per la pace ha messo d'accordo Cl, Azione cattolica, Pax Christi, i progressisti di Noi Siamo Chiesa, il gran mufti di Siria, Ahmad Badreddin Hassou, che ha manifestato alla Santa sede il desiderio di essere in San Pietro, e ancora le comunità islamiche italiane, gli ebrei di Roma, i buddisti, le altre confessioni cristiane e per l'appunto un numero crescente di non credenti.

È VERO anche Benedetto XVI è riuscito negli anni ad accreditarsi le simpatie di una parte consistente del mondo laico. Quello intellettuale, non per forza di centrodestra  - ricordate i marxisti per Ratzinger, Giuseppe Vacca e Pietro Barcellona in testa? -, ma di certo senza il coltello fra i denti contro la Chiesa e le segrete stanze. Anzi, in certi casi, si trattava di figure piuttosto a proprio agio in Segreteria di Stato o nei seminari della Conferenza episcopale italiana. Pera su tutti. Con Bergoglio, invece, si assiste a un altro tipo di alleanza, non più sul terreno della speculazione intellettuale quanto su quello concreto della difesa della pace. E' qui che la Santa sede ha trovato una sponda persino in mangiapreti dal curriculum senza se e senza ma. Qualcosa di analogo accadde esattamente dieci anni fa in occasione di un'altra giornata di preghiera e digiuno, indetta stavolta da Giovanni Paolo II per fermare l'intervento militare statunitense in Iraq.

UNA DIFFERENZA, però, va colta. Sin dall'inizio del suo pontificato Bergoglio si è dimostrato particolarmente premuroso nei confronti degli atei, risultando in questo molto simile a un altro gesuita, Carlo Maria Martini. Francesco ha posto il primo mattoncino con quella 'preghiera laica' che ha voluto recitare al termine dell'incontro con i giornalisti a pochi giorni dalla sua elezione: è stato un segno tangibile di rispetto nei confronti delle sensibilità diverse. Il suo è un invito, continuo, incessante alla Chiesa, affinché esca dalle navate delle cattedrali e delle parrocchie per andare incontro all'umanità. Qualsiasi essa sia. Per lui è stato, quindi, naturale domenica all'Angelus, allargare l'invito alla preghiera e al digiuno anche ai <fratelli e alle sorelle che non credono>. L'intesa, anche con il mondo laico, nel segno della difesa della dignità umana e contro <la cosificazione della persona>, per Bergoglio non è trovata. Il papa la persegue dal primo istante sul soglio petrino. E per questo è destinata a durare anche quando la tavola tornerà apparecchiata.

Giovanni Panettiere

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