Pacem in terris

Sinodo sulla famiglia, i sabotatori del sondaggio

CHI CERCA sonni tranquilli tra i guanciali della continuità ecclesiale assicura che nulla è cambiato. Che è la solita bolla sensazionalistica che accompagna il pontificato di Francesco. Che in fondo anche i documenti preparatori degli altri sinodi erano scritti con l'intento di coinvolgere l'intero popolo di Dio. Certo, sarebbe una menzogna, se si negasse la simpatia dei media per Bergoglio. Un credito conquistato in questi mesi grazie a un carisma e a una spontaneità largamente attese dai tempi di Giovanni XXIII. È vero, alle volte il bicchiere d'acqua dell'argentino è diventato vino davanti alle telecamere, questo è innegabile, ma il sondaggio fra i cattolici proposto dal papa sulle sfide della famiglia ha un che di unico. Inedito, come la sedia pontificia lasciata vuota da Francesco in occasione del concerto che ha disertato all'ultimo minuto per mettersi in ascolto dei nunzi apostolici.

TRENTOTTO domande aperte per sondare l'opinione dei fedeli sulla legge naturale come base del matrimonio, sulla partecipazione dei divorziati risposati alla vita della Chiesa, sul diffondersi delle coppie di fatto, sulla pastorale per gli omosessuali, persino sui figli delle 'famiglie arcobaleno'. Temi di frontiera, si diceva una volta, da lasciare fuori dalle sagrestie. E che oggi Bergoglio sdogana, aprendo nei fatti un confronto interno fra i cattolici da cui scaturirà lo schema dei lavori del prossimo sinodo, l'Instrumentum laboris. Rispetto al passato lo scarto procedurale merita di essere esaminato. Fino ad oggi le tracce dell'assise risultavano da documenti preparatori, i Lineamenta, elaborati da una cabina di regia ristretta e quindi proposti alla lettura-riflessione dei vescovi più che dei fedeli tout court. Con Francesco si volta pagina anche su questo versante. <Non vogliamo che il sinodo sia un incontro di quattro vescovi seduti a tavolino. E' stato rivolto un invito alle diocesi a diffondere il documento capillarmente nei decanati e nelle parrocchie>, ha precisato il neo segretario generale del Sinodo, monsignor Lorenzo Baldisseri durante la conferenza stampa dedicata alla sessione straordinaria di ottobre.

IL PAPA cerca e si mette in ascolto dell'opinione dei fedeli di qualsiasi diocesi, dell'Africa come dell'Europa. Con una sola mossa Bergoglio testimonia la sinodalità (il camminare insieme, pastori e laici) e rafforza la collegialità episcopale. L'esercizio sovrano del ministero petrino gli va stretto. Chiede e spera di ottenere condivisione sulla via della salus animarum. L'impresa del questionario è titanica, il risultato non è garantito. I dubbi principali si concentrano sul ruolo dei vescovi.  Sta a loro far conoscere il documento, diffonderlo ad ampio spettro e stendere la sintesi delle risposte, che arriveranno dalle parrocchie, per poi inviarla alla Segreteria generale del sinodo. A riguardo Baldisseri ha detto che <singoli fedeli e associazioni possono anche inviare le risposte direttamente alla Segreteria>. I vescovi faranno circolare il questionario? Il loro sarà un sunto completo e fedele delle risposte? Aggiusteranno certe opinioni discordi con la pastorale ecclesiale o la dottrina? Sul primo punto la Chiesa cattolica d'Inghilterra ha già creato qualche imbarazzo in Vaticano: ha messo on-line il sondaggio, dando la possibilità di rispondervi a qualsiasi internauta. In alcune diocesi statunitensi il testo è stato affisso fuori dalle parrocchie, mentre dalla Francia sono arrivate le prime richieste, come quella di affrontare anche il dramma dell'incesto, particolarmente diffuso Oltralpe.

E IN ITALIA? Per il momento prevale una senso di smarrimento. Il presidente della Cei, Angelo Bagnasco, non ha rilasciato alcuna dichiarazione sull'iniziativa. A ciò si aggiunge che la stessa conferenza episcopale si sarebbe mossa con un certo ritardo nella distribuzione ai vescovi del questionario, disponibile già dalla fine di ottobre. Da qui i ben informati raccontano di un intervento piuttosto deciso di monisgnor Baldisseri per sbloccare lo stallo: <Ma perché in Italia ancora non sono state distribuite le domande ai vescovi. Non c'è nessun embargo?>. Il richiamo deve aver sortito un qualche effetto visto che nei giorni scorsi il Documento preparatorio del sinodo è arrivato finalmente nelle mani dei pastori che dovranno stilare una sintesi completa delle risposte da inviare entro il 7 gennaio alla Conferenza episcopale italiana.  Spetterà a quest'ultima stendere un testo unico che tenga conto del lavoro fatto dalle 226 diocesi del Belpaese.

IL TAGLIO del prossimo sinodo sarà pastorale. Il cardinale Peter Erdó, il relatore dell'assemblea considerato un conservatore sensibile alle questioni delle coppie di fatto e dei divorziati, ha messo subito le mani avanti: non è un discussione il magistero della Chiesa sulla famiglia, si daranno risposte a nodi pastorali. Ma, sempre nella stessa conferenza stampa di presentazione dell'assise, monsignor Bruno Forte, segretario speciale del sinodo 2014, a chi gli chiedeva cosa sarebbe accaduto se dalla base cattolica arrivasse il sì ai contraccettivi e alle unioni gay ha ammesso:  <Il Sinodo non decide a maggioranza dell'opinione pubblica. Tuttavia sarebbe un errore se non si prestasse ascolto e non si pregasse per le richieste provenienti dai fedeli. Stà a noi affidarci al discernimento del successore di Pietro>. Come a dire che quel che non potrà il Sinodo, la cui natura resta consultiva, può sempre farlo il papa.

 Giovanni Panettiere

Twitter: panettiereg

 https://www.facebook.com/paceminterris.it?fref=ts

comments powered by Disqus