Famiglia e sinodo, i vescovi svizzeri accelerano: riconoscere le coppie omosessuali
LA CHIESA e i suoi vertici <hanno il difficile compito di trovare una soluzione che tenga conto dei differenti pareri>, rispondendo comunque ai bisogni pastorali <delle coppie omosessuali per le quali è importante un riconoscimento e una dimensione religiosa della loro relazione>. Lo scrive l'Istituto svizzero di sociologia pastorale della Conferenza episcopale elvetica in una nota in cui riporta i risultati del 'sondaggio' sulla famiglia, voluto dal papa in vista del prossimo sinodo. In attesa di leggere anche i dati ufficiali relativi all'Italia, i vescovi svizzeri sono i primi al mondo a presentare pubblicamente numeri e contenuti della consultazione.
PARTIAMO dai primi: al questionario hanno risposto 25mila persone, il 53% donne, il 47% uomini, con un'età media pari a 54 anni. Due terzi dei partecipanti sono genitori, il 92% si dichiara cattolico. Morale sessuale, divorzio e convivenze sono i tre pomi della discordia fra l'opinione pubblica d'Oltralpe e l'insegnamento della Chiesa. Se è vero che la netta maggioranza degli interpellati (l'80%) riconosce l'importanza del matrimonio-sacramento e dell'educazione cattolica per i propri figli (97%), risulta al contempo incomprensibile e discriminatoria l'esclusione dei divorziati risposati dall'eucarestia. Non a caso il 90% si aspetta un riconoscimento e la benedizione per queste coppie. Forti riserve sono espresse anche nei confronti degli insegnamenti ecclesiali sul controllo naturale della nascite, praticato da appena il 3% dei fedeli, e, più in generale, sulla visione della sessualità umana da parte della Chiesa, come anche sulle convivenze ad experimentum. Ma il dato che colpisce maggiormente è quello relativo alle unioni fra persone dello stesso sesso: il 60% degli intervistati, a fronte di un restante 40% del tutto contrario, auspica una benedizione (non il matrimonio) per le coppie gay e lesbiche.
I RISULTATI del sondaggio su omosessualità e sacramenti per i divorziati sono eclatanti, <ma molte cose le sapevamo già>. A dirlo all'agenzia stampa svizzera Ats è il presidente della Conferenza episcopale elvetica, monsignor Markus Büchel, lo stesso che, quattro anni fa, si dichiarò a favore del celibato facoltativo per i preti. Le critiche emerse dalla base dei credenti saranno prese sul serio, tanto che il rapporto finirà alla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Difficile dire se le risposte date dai cattolici svizzeri potranno servire da base per una riforma. <Un sinodo dovrebbe tuttavia sempre servire per apportare cambiamenti> - chiarisce Büchel -. Il papa non vuole soltanto sentire il parere dei vescovi, ma anche quello dei credenti e in questo ha dato un segnale. Il dialogo tra i fedeli e Roma è una opportunità per la Chiesa>. Fino a che punto? <La dottrina può e deve adeguarsi, ma il fondamento non cambierà>. Resta il fatto che spesso i valori dei credenti non combaciano con quelli del magistero. <Su molte questioni la Chiesa non ha ancora trovato una risposta soddisfacente>, è la chiosa del vice presidente dei vescovi svizzeri, monsignor Charles Morerod.
Giovanni Panettiere
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