Sinodo e divorziati risposati. Il cardinale Baldisseri avverte: la Chiesa non teme il confronto interno
Cardinale Lorenzo Baldisseri
«LA CHIESA è come una barca nel mare, che deve affrontare anche i marosi», ma ha la consapevolezza che non è sola, «perché è guidata dallo Spirito Santo. Per questo non teme il confronto e il dibattito su questioni importanti». Si affida a un'immagine evangelica il cardinale Lorenzo Baldisseri per smorzare le polemiche, approdate sin dentro il Sacro collegio, sulla questione rovente dell’Eucarestia ai divorziati risposati in vista del Sinodo sulla famiglia di ottobre. Da una parte, la linea del rigore e della dottrina, perseguita dal prefetto della Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller e dall’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, dall’altra, l’accento sulla misericordia e sulla pastorale posto dai cardinali tedeschi Walter Kasper e Reinhard Marx. «Le sfide sono molteplici e non si limitano al tema della Comunione», puntualizza Baldisseri, regista del questionario sulla famiglia e soprattutto segretario generale del Sinodo.
A che punto siamo, cardinale, con la preparazione dello schema di lavoro (Instrumentum laboris) per l’assise di ottobre?
«L’Instrumentum laboris è alla prima bozza, presentata il 24 febbraio al Consiglio ordinario di Segreteria. È ancora in elaborazione per l’apporto delle risposte ritardatarie e per certe riflessioni che provengono da studi, simposi e incontri. La versione finale verrà approvata fra il 13 e il 14 maggio, durante la riunione del Consiglio».
Perché, salvo alcune conferenze episcopali, non avete pubblicato i risultati del questionario? La consultazione è stata capillare, magari i fedeli avrebbero voluto conoscerne l’esito.
«Lo scopo della raccolta delle informazioni, delle esperienze e dei suggerimenti non è quello di aprire un dibattito a livello ecclesiale o mondiale sul tema della famiglia. Il racconto-confronto del vissuto familiare è avvenuto nelle parrocchie, nelle diocesi o in altre aggregazioni che hanno inviato il risultato alle conferenze episcopali. Tocca poi ai membri dell’assemblea sinodale dibattere i vari temi concernenti il questionario con le relative risposte, per giungere a proposte utili da sottoporre finalmente al santo padre che prenderà le ultime decisioni».
Si aspettava un dibattito così aspro, anche fra i cardinali, sull’eucarestia ai divorziati risposati?
«I gruppi di domande del questionario sono otto e molto diversificati. L’attenzione sulle sfide viene posta dopo un’esposizione chiara della dottrina della Chiesa sul matrimonio e la famiglia fondata nella rivelazione e nel magistero della Chiesa. Lo sguardo alla legge naturale apre un orizzonte che abbraccia anche il mondo non cristiano e favorisce un dialogo e un arricchimento reciproco di conoscenza di carattere antropologico di grande valore».
Evade la domanda?
«Quel che mi preme dire e che le sfide sono molteplici. Questo Sinodo vuole parlare della famiglia nel senso globale e aggiornare la pastorale a riguardo per rispondere meglio alle esigenze di questa generazione, delle famiglie di oggi che vivono in un contesto nuovo spesso sorprendente e conflittuale».
Per l’arcivescovo di Bologna, Caffarra, prima si dà la comunione agli irregolari poi si apre alle coppie omosessuali: avverte anche lei questo rischio?
«L’approccio pastorale è il tono del Sinodo che deve primeggiare. C’è bisogno di offrire agli operatori della pastorale familiare nuove indicazioni che provengano da differenti esperienze raccolte nelle varie regioni del mondo, per essere più efficaci nel ministero. Nella Chiesa non è una novità, se pensiamo che vi sono stati nella storia ventuno concili ecumenici, numerosi sinodi provinciali o regionali, intesi tutti a trovare indirizzi comuni per diffondere il messaggio cristiano nel mondo. Si pensi, ad esempio, al Concilio Vaticano II».
Il cardinale Kasper, da tempo possibilista sui sacramenti ai divorziati, denuncia un tentativo di bloccare la riforma auspicata dal Papa. Ha le sue ragioni?
«È chiaro che lo stesso progetto di realizzazione del Sinodo in due tappe indica che il tema ha bisogno di tempo per un’adeguata riflessione. Ciò comporta molto discernimento e fervida preghiera, da parte di pastori, teologi e di tutti i fedeli».
Ma alla fine il Sinodo cercherà di trovare una soluzione al problema dell’accesso ai sacramenti (confessione e comunione) per i risposati?
«In musica vi è un termine che il compositore utilizza quando vuole insistere su un medesimo tema: ‘forma a canone’. Vorrei dire che l’argomento della famiglia è affascinante, è un vero tema sinfonico, dove le parti si combinano e si armonizzano per diventare un’opera stupenda. Il Sinodo vuole far ascoltare questa bella sinfonia sulla famiglia».
Giovanni Panettiere
Twitter: panettiereg