Pacem in terris

‘Wojtyla santo subito’. Ma Benedetto frenò i cardinali

La copertina del libro di Andrea Riccardi

<SANTO SUBITO>. MA BENEDETTO FRENO' I CARDINALI

Articolo pubblicato su il Qn (il Resto del Carlino, la Nazione, il Giorno), edizione del 23 aprile 2014

CARISMATICO, in dialogo costante con le folle, leader planetario che, nei suoi ventisette anni di pontificato, non solo ha esaltato il ruolo del Papa, ma, per dirla con le parole del suo segretario Stanislaw Dziwisz, con «quel non abbiate paura ha abbattuto dittature». Sacralità e politica, questo e molto altro è stato Giovanni Paolo II, da domenica santo per la Chiesa. Una canonizzazione, la sua, a tempo di record, a meno di dieci anni dalla morte, resa possibile seguendo una corsia preferenziale — l’apertura del processo avvenne quattro giorni dopo il decesso in deroga ai cinque anni canonici — che ha rischiato addirittura di essere travolta dal devozionismo e dall’emozione collettiva. A raccontare i retroscena della canonizzazione dell’ex arcivescovo di Cracovia è Andrea Riccardi in La santità di Papa Wojtyla (San Paolo), in edicola da domani con il Qn (il Resto del Carlino, il Giorno, la Nazione).

RIGOROSO e asciutto, lo storico evidenzia il ruolo decisivo di Benedetto XVI nel canalizzare la salita agli altari del predecessore in un processo regolare, nonostante le fortissime pressioni, provenienti anche dal Collegio cardinalizio, di chi voleva Giovanni Paolo II sugli altari per acclamazione. È ancora vivo nella memoria collettiva il coro ai funerali del Pontefice («Santo subito»), in una piazza San Pietro straripante di fedeli. Anche la fondatrice dei focolarini, Chiara Lubich, era convinta che la straordinarietà del papato di Wojtyla richiedesse un’immediata canonizzazione. Analogo sentimento venne espresso da moltissimi cardinali, capitanati dai polacchi, che, prima dell’apertura del conclave 2005, consegnarono all’allora vicario di Roma, Camillo Ruini, una petizione per far subito beato il Papa appena scomparso. Ratzinger decise di non seguire l’emozione popolare. Malgrado la sua venerazione per Wojtyla, temeva che rinunciare al processo potesse creare un precedente pericoloso. Così, pur affrettando i tempi, avviò la fase diocesana per la proclamazione della beatificazione di Giovanni Paolo II durante la quale furono ascoltati 114 testi. Anche voci critiche come l’ex abate di San Paolo fuori le mure, Giovanni Franzoni, che puntò il dito sulla gestione dello Ior e il trattamento riservato al vescovo Oscar Romero, martire degli squadroni della morte in San Salvador.

ANCHE il cardinale Carlo Maria Martini manifestò qualche perplessità, specie sullo svilimento delle Chiese locali. Il resto è storia: Wojtyla è stato beatificato tre anni fa davanti a 1,5 milioni di pellegrini e ora sarà santificato. Per il giudizio storico, invece, ci vorrà ancora tempo. «La santità vive nella storia e ogni santo non è sottratto ai limiti e condizionamenti propri della nostra umanità», disse Giovanni Paolo II durante la beatificazione del controverso Pio IX (2000). Quattordici anni dopo quelle parole valgono anche per la sua straordinaria vicenda umana.

Giovanni Panettiere

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