Pacem in terris

L’allarme del vescovo anticosche: ‘Troppa paura nella Chiesa’. Intervista a monsignor Raspanti

Il vescovo di Acireale, monsignor Nino Raspanti

L'ALLARME DEL VESCOVO ANTICOSCHE: 'TROPPA PAURA NELLA CHIESA'

Intervista pubblicata sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 7 luglio 2014

 

Giovanni Panettiere

ACIREALE

<PURTROPPO nella Chiesa omertà e paura giocano ancora un ruolo importante nel contrasto alla mafia. Hanno la memoria lunga e sono difficili da debellare, nonostante la scomunica del Papa>. L'eco della protesta dei boss nel carcere di Larino e della statua della Madonna in processione sotto la casa di un anziano capo cosca a Oppido Mamertina oltrepassa lo Stretto di Messina per far tappa ad Acireale. Non una diocesi qualsiasi, ma la Chiesa retta da monsignor Nino Raspanti, classe 1959, amico del beato don Pino Puglisi, trucidato da Cosa nostra, e primo vescovo in Italia a decretare il divieto di funerali religiosi per i padrini impenitenti.

I detenuti mafiosi disertano la messa in risposta all'anatema di Bergoglio: c'era d'aspettarselo?

<Confesso che non sono troppo sorpreso. Già un anno fa, quando promulgai la stretta alle esequie, il cappellano del carcere di Giarre mi segnalò un certo malumore tra i detenuti. E' evidente che alcuni segnali lasciano il segno nella coscienza dei boss>.

Anche tra chi sta fuori dalle sbarre?

<Ricordo che alcuni fedeli, avvocati e non, mi dissero che il mio decreto difettava in misericordia. Non è vero, il no ai funerali muove proprio in questa direzione>.

Ora le parole di Francesco le vengono in soccorso.

<Certamente, mi hanno confermato che siamo sulla strada giusta, quella tracciata già dal cardinale Pappalardo, allora arcivescovo di Palermo, e dalla Conferenza episcopale siciliana che, all'indomani dell'omicidio del generale Dalla Chiesa nel 1982, sancirono la scomunica per i mafiosi>.

Basta un'anatema?

<Al Papa vorrei dire che potremmo fare ancora qualcosa di più all'insegna della misericordia>.

In che senso?

<Sarebbe opportuno formare dei preti che intrattengano colloqui spirituali con i detenuti mafiosi per far sì che questi possano convertirsi. Ma capisco che non è facile trovare sacerdoti giusti per un ministero simile>.

Il rischio è che si incappi in preti come quelli che a Oppido hanno fatto fermare la statua della Vergine davanti all'abitazione di un anziano capo clan.

<Se i fatti sono andati realmente così, questi preti hanno commesso un grave atto di disobbedienza al Papa>.

Al sud una parte della Chiesa è collusa?

<Direi di no, ma non sono un poliziotto. Certo è che in alcune zone le infiltrazioni mafiose nelle processioni continuano a essere endemiche>.

 

Twitter: panettiereg

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