Pacem in terris

Quando la religione è più profonda di Dio

QUANDO LA RELIGIONE E' PU' PROFONDA DI DIO

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione), edizione del 7 settembre 2014

AVVENTURARSI  nella lettura di Religione senza Dio (Il Mulino, 132 pagine) del filosofo del diritto Ronald Dworkin, significa mettersi in gioco, ridefinire il concetto di fede, sia che si professi un razionalismo assoluto, sia che si veneri la Trascendenza. «La religione è più profonda di Dio», è l’assunto di partenza di Dworkin che ricapitola l’atteggiamento religioso in due paradigmi condivisibili da un teista come da un ateo, dal teologo Paul Tillich come dal fisico Albert Einstein: la vita ha un suo valore oggettivo; esiste una bellezza intrinseca alla natura.

LE CONSEGUENZE di questo ragionamento si riflettono sulla libertà religiosa, che l’autore nega in nome di una più generale e meno garantita indipendenza etica, e sulla prospettiva di una vita dopo la morte. Ed è qui che l’incidere del filosofo, scomparso l’anno scorso, riecheggia la poesia romantica: l’immortalità è fare dell’esistenza un’opera d’arte, vivere e amare bene in famiglia o nella comunità. «Ciò — conclude Dworkin — potrebbe non essere sufficiente ai vostri occhi: potrebbe non addolcire neanche un po’ la paura che ci aspetta. Ma è l’unico tipo di immortalità che possiamo immaginare».

Giovanni Panettiere

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