Urbaniana, la proposta dell’ex rettore Cavallotto: ‘La Chiesa valuti l’ipotesi delle seconde nozze cristiane’
L'ex rettore dell'Urbaniana, monsignor Giuseppe Cavallotto
Intervista pubblicata parzialmente sul QN (il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione), edizione del 5 ottobre 2014
<ABBIAMO una grande opportunità per interrogarci su un problema delicato e sentito come la famiglia. Il Papa ha fatto bene a coinvolgere innanzitutto le diocesi e i fedeli, con l’iniziativa inedita del questionario, a indire un primo Sinodo, di studio, e uno deliberativo nel 2015. Ha messo così la Chiesa in uno stato di ricerca e noi vescovi non dobbiamo lasciarci sfuggire questa occasione per sciogliere nodi pastorali urgenti>. Monsignor Giuseppe Cavallotto, classe 1940, sa bene quale sia la posto in gioco al Sinodo sulla famiglia in corso fino al 19 ottobre. Dieci anni fa, da rettore della prestigiosa Pontificia Università Urbaniana, formava i preti da inviare in missione nelle terre remote del pianeta, oggi, da vescovo di Cuneo, guarda <senza preconcetti> alle periferie dell’esistenza, indicate dal Pontefice ‘preso dalla fine del mondo’, consapevole che su divorzio, convivenze e omosessualità si giochino speranze e delusioni dell’assise vaticana.
Con quali aspettative guarda al Sinodo?
<Auspico che arrivino indicazioni su come la Chiesa oggi debba mettersi in ascolto delle famiglie. Queste non possono più essere viste solo come oggetto della pastorale, ma è bene che siano riconosciute quale soggetto dell’azione ecclesiale. Esse hanno molte cose da dire e da insegnarci. Mi aspetto inoltre utili orientamenti pastorali per qualificare i percorsi dei fidanzati verso il matrimonio. Molte persone, che chiedono il sacramento del matrimonio, sono sempre più fragili nelle scelte e nella fede>.
Poi ci sono temi contingenti fin troppo dibattuti, vedesi la diatriba sull’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati.
<La questione è molto sentita e va letta in una prospettiva più ampia del sì o no alla Comunione. Certo, mi aspetto che il Sinodo sul tema offra un orientamento chiaro e aperto alla misericordia pastorale, ma occorre che ci si interroghi con coraggio anche sulla possibilità delle seconde nozze cristiane>.
A che cosa pensa?
<Esiste una tradizione orientale, ortodossa lunga duemila anni di storia, che prevede in casi particolari la possibilità di seconde nozze. È una scelta delicata, discutibile, ma pastoralmente coraggiosa. Merita di essere almeno vagliata anche da noi cattolici. Un altro problema è poi quello dei separati e divorziati che non possono fungere da madrine o padrini al Battesimo o alla Cresima. Molti di loro sono brave persone, profondamente religiose. Infine, va valutato se sia opportuno o meno mantenere in piedi il matrimonio concordatario o non sia meglio a questo punto scindere le nozze in chiesa da quelle in comune>.
Chi resterà deluso dal Sinodo?
<Quelli che continuano a guardare alla famiglia da un punto di vista meramente giuridico e teologico, troppo distanti dalle ferite delle famiglie e lontani da una pastorale della comprensione e della misericordia. Scendendo sul piano pratico, poi, ritengo che resteranno scontenti o amareggiati coloro che aspirano a un riconoscimento delle coppie omosessuali>.
In che senso?
<Vedete, nella mia diocesi sono felice di avere avviato un gruppo di credenti omosessuali che hanno chiesto di riunirsi per pregare e confrontarsi alla luce del Vangelo. Sono persone sovente emarginate e rifiutate dalla società, talvolta dalla famiglia. Quanta sofferenza! Per me sono fratelli, come me sono figli di Dio. Molti cercano con verità il volto del Signore. Credo che la Chiesa debba nutrire vicinanza e accoglienza verso queste persone. Penso, poi, che si debbano definire diritti e doveri per le unioni fra persone dello stesso sesso, ma ho molta difficoltà a ritenere famiglie queste unioni. La tradizione cristiana ha un’altra visione della famiglia. Chiudere la porta, però, a questi problemi non è né umano, né cristiano. Non si va da nessuna parte. Occorrono ascolto, confronto, discernimento, pazienza. Continuiamo a camminare e a cercare>.
Giovanni Panettiere
Twitter: panettiereg