Pacem in terris

Vescovi italiani prudenti: sui divorziati avanti senza rotture

VESCOVI PRUDENTI: SUI DIVORZIATI AVANTI SENZA ROTTURE

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 6 ottobre 2014

di Giovanni Panettiere

ROMA

ALLINEATI e coperti, prudenti. I vescovi italiani attendono gli sviluppi del Sinodo prima d’intervenire sul nodo più controverso dell’assemblea: l’accesso alla Comunione dei divorziati risposati. In verità, in questi giorni i cardinali Carlo Caffarra (Bologna), Angelo Scola (Milano) e Crescenzio Sepe (Napoli) sono usciti allo scoperto, pur con sfumature diverse, per difendere l’attuale divieto di dare l’Eucarestia agli irregolari. È il resto dei vescovi delle 226 diocesi, quelli che hanno un contatto più diretto con la base cattolica, a tenere la bocca cucita, salvo sparute eccezioni.

«SE CI FOSSIMO dovuti occupare solo di questa questione, non si sarebbe organizzato un Sinodo così lungo», smorza le tensioni il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, intervistato da Famiglia Cristiana, mentre il segretario generale, monsignor Nunzio Galantino, all’ultimo consiglio permanente, ha ricordato che «non abbiamo ancora una posizione comune in materia». Tutto vero, ma non per questo è impossibile rinvenire fin d’ora un orientamento prevalente nell’episcopato, come spiega l’ex sottosegretario ai tempi della presidenza Ruini, monsignor Domenico Mogavero: «Fra di noi non ci sono spericolate fughe in avanti, né un immobilismo chiuso a ogni possibile apporto equilibrato verso aperture conciliabili con la dottrina tradizionale».

ADELANTE con juicio, insomma. La conferma arriva anche da monsignor Sebastiano Sanguinetti (Tempio-Ampurias), il vescovo a cui nel 2008, durante una messa, il premier-divorziato Silvio Berlusconi chiese di intercedere ai piani alti per superare la proibizione. «Spero che non si creino contrapposizioni preconcette e intransigenti — è il suo augurio —, ma si offrano pareri e ‘consigli’ al Papa improntati ai valori portanti del Vangelo, fra i quali la misericordia non è sicuramente un contorno secondario». Sceglie, invece, i microfoni di Radio Vaticana il martiniano Franco Brambilla (Novara) per invocare «risposte rinnovate».

STRADA in discesa, dunque? Non proprio. Le resistenze non mancano. «Spesso alcune coppie di divorziati risposati civilmente o conviventi, che non hanno quasi mai fatto la Comunione quando erano in una situazione matrimoniale regolare — attacca il vescovo Delio Lucarelli (Rieti)—, desiderano accedervi più per una sorta di riscatto o di dimostrazione alla comunità che ci sono anche loro», ma queste «non sono motivazioni corrette per ricevere il sacramento». Anche le difficoltà sono da mettere in conto, se si vuole ricercare «una norma chiara che precisi a quali condizioni sia possibile dare l’ostia. La casistica è vastissima», puntualizza monsignor Nino Raspanti (Acireale).

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