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Il Sinodo accoglie le unioni di fatto: ‘Anche loro hanno tratti di santità’

IL SINODO ACCOGLIE LE UNIONI DI FATTO: <ANCHE LORO HANNO TRATTI DI SANTITA'>

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione

di Giovanni Panettiere

CITTÀ DEL VATICANO

IL MATRIMONIO resta «un sacramento indissolubile», il cuore dell’insegnamento della Chiesa sulla sessualità, ma le unioni di fatto, «in cui si conviva con fedeltà e amore», vanno guardate con rispetto, perché «presentano elementi di santificazione e di verità». Mentre in Italia il ministro degli Interni, Angelino Alfano, stoppa le registrazioni delle nozze omosessuali, dal Sinodo dei vescovi sulla famiglia arriva un’apertura inaspettata alle convivenze. A metterla nera su bianco è una nota della Sala stampa vaticana che riassume il dibattito generale fra i 191 padri sinodali, svoltosi nella seconda congregazione di lunedì pomeriggio. Trentotto gli interventi per ribadire che anche «nelle situazioni imperfette» è «essenziale guardare innanzitutto agli elementi positivi». Sullo sfondo l’immagine della Chiesa ‘ospedale da campo’, cara a Papa Francesco, e l’intenzione diffusa nell’Aula Paolo VI di non far sentire «la fede come una clava che ti giudica, ma come una voce di salvezza che ti raggiunge», per dirla con le parole del segretario speciale del Sinodo, l’arcivescovo Bruno Forte.

QUALCOSA sembra muoversi sul fronte caldo dell’accesso all’Eucarestia dei divorziati risposati. Mentre il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, uno dei nove porporati del ‘consiglio della corona di Bergoglio’, schiera apertamente i vescovi teutonici a fianco dell’ex ministro dell’Ecumenismo, Walter Kasper, favorevole a dare la Comunione a chi convola a seconde nozze, il Sinodo afferma che «l’Eucarestia non è un sacramento dei perfetti, ma di coloro che sono in cammino». Lunedì il relatore Peter Erdo aveva ricordato chiaramente che «i divorziati risposati fanno parte della Chiesa».

PROBLEMI spinosi e non solo. Al Sinodo si sono vissuti anche attimi di imbarazzo. ‘Colpa’ di una delle dodici coppie uditrici all’assise, gli australiani Pirola, che, davanti ai volti paonazzi di vescovi e cardinali, hanno parlato della gioia del sesso per gli sposi. «Le telefonate, le note d’amore – hanno detto –, il modo in cui organizziamo la giornata su misura l’uno per l’altro sono manifestazioniesteriori del desiderio di essere intimi».

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