Pacem in terris

Rimpasto in Curia, il Papa rimuove il cardinale Burke: salta il capofila degli ultraconservatori

IN CURIA l’opposizione interna a Bergoglio perde un altro pezzo, il più in vista, il più agguerrito. Come preannunciato nelle scorse settimane, ieri il Papa ha rimosso dalla guida  della Segnatura apostolica, la corte suprema della Santa Sede, il cardinale statunitense Raymond Burke, 66 anni, per trasferirlo all’Ordine dei cavalieri di Malta, dove ricoprirà l’incarico, più simbolico che altro, di patrono. Al suo posto Francesco ha promosso il 62enne monsignor Dominique Mamberti, prelato di scuola bertoniana, finora ministro degli esteri vaticano. In Segreteria di Stato subentra al francese il nunzio apostolico in Australia, monsignor Paul Richard Gallagher, 60 anni.

CAPOFILA degli ultraconservatori nel collegio cardinalizio, sostenitore della messa tridentina, strenue pro life, Burke ha manifestato più volte la propria insofferenza verso il nuovo corso avviato da Francesco. Tra i due non corre buon sangue tanto che, qualche settimana fa, ha destato clamore il mancato abbraccio del porporato al Pontefice alla fine della messa di chiusura del Sinodo sulla famiglia, l'assemblea dei vescovi in cui, schierato su posizioni contrarie a ogni apertura verso divorziati risposati e omosessuali, Burke è riuscito a incassare l’approvazione di una relazione finale decisamente più morbida rispetto al documento intermedio. Qualche giorno fa, invece, in un’intervista alla testata spagnola Vida Nueva, il cardinale ha parlato addirittura della Chiesa come di «una nave senza timone», prima di precisare che il suo non voleva essere «un commento direttamente connesso con il Papa».

UNO SCIVOLONE a metà, a voler essere clementi, che deve aver comunque accelerato l'uscita del presule dalle mure leonine. Per certi versi, è stata quasi una riedizione di quanto accadde nel dicembre scorso, quando, all’indomani delle critiche di Burke all’esortazione apostolica Evangelii gaudium («Non mi pare possa essere considerato parte del magistero papale»), Bergoglio lo allontanò dalla Congregazione dei vescovi. Come membro di quel ministero, lo statunitense, fedele a un’immagine tradizionale del principe della Chiesa piuttosto indigesta al Papà, era accusato di mettere un po’ troppo bocca nelle nomine per le diocesi Usa.

CON L'ESILIO maltese di Burke, sale a tre il numero dei cardinali di Curia conservatori finiti in fuorigioco per mano di Francesco: il primo è stato Mauro Piacenza spostato dal vertice della centrale Congregazione per il clero a quello della più defilata Penitenzieria apostolica, a ottobre fu la volta del ministro della Liturgia, Antonio Cañizares Llovera, spedito a Valencia, da ultimo Burke. E c’è già chi scommette su un ritorno in Germania del prefetto per la Dottrina della fede, Gerhard Ludwig Müller. Anche luii come Burke ha preferito non abbracciare Francesco sul sagrato di San Pietro.

Giovanni Panettiere

Twitter: panettiereg

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