Pacem in terris

Il prete pugile mette ko un marito: ‘Smettila di picchiare tua moglie’

IL PRETE PUGILE METTE KO UN MARITO: 'SMETTILA DI PICCHIARE TUA MOGLIE'

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione), edizione del 1 dicembre 2014

 

Don Massimiliano Pusceddu, parroco di Vallermosa (Cagliari)

 

Giovanni Panettiere

CAGLIARI

SCORDATEVI i luoghi comuni sulla Chiesa che, nel segreto del confessionale, consola le mogli e le incoraggia a sopportare i mariti, anche quando alzano le mani. A Vallermosa, duemila anime in provincia di Cagliari, il parroco ha messo in riga un fedele, a quanto pare, piuttosto violento con la consorte. All’indomani dell’ennesimo sopruso, il sacerdote ha affrontato l’uomo nella zona industriale di Elmas e lo ha colpito in testa con il calcio di una pistola, da lui regolarmente detenuta. Risultato, è stato denunciato per minacce ed è tornato in canonica senza revolver.  «Tutto falso – ribatte il don la cui posizione potrebbe aggravarsi nelle prossime ore –, gli ho solo parlato. Stavo facendo il mio dovere: ho voluto incontrare questo parrocchiano per parlarci, visto che maltrattava la moglie. Ho sposato io quella coppia e non posso permettere le violenze di un marito».

DON MASSIMILIANO Pusceddu, questo il nome del prete, è un tipo abituato a incassare i colpi della vita. Non solo in senso figurato. Quarant'anni a marzo, prete di strada, fondatore di un movimento mariano – gli Apostoli di Maria –, 50mila fedeli sparsi in tutto il mondo, il parroco ha un passato da boxeur dilettante. E neanche troppo remoto, se è vero che solo sette anni fa si destreggiava ancora sui ring della Sardegna. Oggi ai guantoni preferisce i tacchetti delle scarpette da calcio con cui scende in campo per gli allenamenti con i ragazzi della parrocchia. «Ho sempre amato lo sport – racconta don Pusceddu –, credo sia il luogo propizio per l‘evangelizzazione. Hai la possibilità di incontrare tutti i giovani, anche quelli che non vengono in parrocchia».

EPPURE c’è chi giura che il prete non disdegni di tirare ancora qualche gancio e montante per tenersi in forma. A gennaio, due ragazzi entrati in sacrestia per una rapina hanno avuto un saggio, loro malgrado, delle doti atletiche del don: al primo tolse di mano la spranga di ferro che poi usò per colpire il secondo, dopo essere stato, a sua volta, ferito lievemente alla mano destra. Altri tempi. Ora è don Pusceddu a finire nei guai per una storia che rischia di portarlo dritto in tribunale. «Questi sono i pericoli che si corrono, quando un sacerdote si butta totalmente nel suo ministero e non rimane chiuso in sacrestia. Anche il Papa ha detto che i ‘pastori devono avere il profumo delle pecore’», si difende lui.  Vero, ma resta una domanda: don, passi il pugilato caro anche a don Camillo, ma la pistola è proprio necessaria?

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