Menichelli e Montenegro, due pastori in Conclave
Articoli pubblicati sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 5 gennaio 2015
<Io in conclave? Mi stai prendendo in giro?>. Ancona, lo stupore del vescovo Menichelli
CHE IL PAPA l’avesse nel ‘mirino’ lo si poteva intuire già a ottobre, quando a sorpresa decise di nominarlo membro del Sinodo sulla famiglia. Ma in pochi avrebbero scommesso sulla berretta cardinalizia per monsignor Edoardo Menichelli, classe 1939, dal 2004 arcivescovo di Ancona, nonostante, al compimento dei 75 anni canonici, abbia presentato regolarmente le sue dimissioni. Lui stesso ha appreso la notizia da un amico che ha sentito scandire il suo nome all’Angelus. «Ma che dici, mi stai prendendo in giro?», è stata la replica di Menichelli. Ordinato prete nel ’65, prima di essere nominato vescovo di Chieti, dal 1968 al 1991 ha lavorato in Segnatura Apostolica, divenendo segretario del cardinale Achille Silvestrini, tra i più favorevoli alla distensione verso i regimi comunisti. Negli anni romani Menichelli girava le periferie al volante di una vecchia Panda e in tasca aveva sempre pochi spiccioli: ‘il grosso’ lo dava ai bisognosi. Sul tema della comunione ai divorziati, al Sinodo ha sottolineato l’urgenza della misericordia, ma senza scorciatoie.
g. p.
A fianco degli ultimi e dei migranti. Mogavero, simbolo di Lampedusa
CON LA SUA nomina a cardinale, il dramma di Lampedusa entra in conclave. Sessantotto anni, messinese, il vescovo di Agrigento, Franco Montenegro, è da sempre vicino agli ultimi, soprattutto ai migranti. Non a caso il Papa, che come primo viaggio pastorale del suo pontificato scelse l’isola di Lampedusa, dove tuonò contro «la globalizzazione dell’indifferenza», in quell’occasione volle don Franco, e solo lui, al suo fianco. Presidente della Fondazione Migrantes e ministro dell’Immigrazione della Cei, l’arcivescovo non è raro a gesti eclatanti, come nel 2008. Allora – era al suo primo Natale da pastore di Agrigento – tolse i re Magi dal presepe, sostituendoli con un cartello: «Respinti alla frontiera». Modo coraggioso per accendere i riflettori sull’immigrazione, che «non è un’emergenza. ma un modo normale di essere nella storia. In Africa c’è gente che muore di fame e vuole vivere come noi». In Sicilia a breve il Papa dovrà nominare il nuovo arcivescovo di Palermo. Inutile dire che per la successione di Paolo Romeo il cardinale Montenegro è in pole position.
g. p.