Pacem in terris

Il teologo Giannino Piana: ‘Non fate figli come i conigli? Svolta del Papa, aprirà sul condom’

<SVOLTA DEL PAPA. APRIRA' SUL CONDOM>. INTERVISTA AL TEOLOGO GIANNINO PIANA

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 21 gennaio 2015

Giovanni Panettiere
«NON FATE figli come i conigli». Professore, è favorevole o contrario all’ultima sortita di papa Francesco?
«Era ora che un Pontefice si esprimesse in questo modo. Quello di Bergoglio è un rimando doveroso al Vaticano II che ebbe il merito di richiamare gli sposi cattolici alla necessità di armonizzare il principio dell’apertura generosa alla vita con quello della responsabilità procreativa. I fini del matrimonio, insegna il Concilio, non si esauriscono con il concepimento, ma si estendono all’educazione dei figli e soprattutto all’amore fra i coniugi».
Settantacinque anni, già docente di Etica cristiana all’università di Urbino, l’ex presidente dei teologi morali italiani, Giannino Piana, plaude alle parole del Papa sulla sessualità, pronunciate ad alta quota sul volo di ritorno dal viaggio trionfale nelle Filippine, coronato dalla messa record a Manila con sette milioni di fedeli. «Da buon estimatore di Paolo VI, Francesco – spiega il professore – ha avuto il merito di riaccendere i riflettori su un valore un po’ dimenticato dell’Humanae vitae, troppo spesso descritta solo come l’enciclica del no alla pillola: la paternità responsabile».
Che cosa ha dimostrato il vescovo di Roma con questo intervento?
«Concretezza. Bergoglio non è un populista, come asseriscono i suoi detrattori, conosce i problemi veri delle persone, compresi quelli dell’intimità. Con immagini a effetto, dimostra, una volta di più, di andare al cuore delle questioni, senza atteggiamenti preclusivi. Questo può spiazzare qualcuno: il magistero pontificio più recente non ci ha certo abituato a tanta immediatezza».
Non crede che sia stato un po’ ruvido con quella madre che ha rimproverato, perché incinta dell’ottavo figlio?
«Chissà, forse avrebbe potuto essere un po’ più morbido. Detto ciò, il suo ammonimento va estrapolato dalla situazione contingente di quella donna. Il Papa ha voluto semplicemente ricordare che, in certi casi, la procreazione non è più un atto di generosità, ma rischia di trasformarsi in una vera e propria mancanza di responsabilità».
L’intervento sui cattolici-conigli è un altro schiaffo alla Chiesa tradizionalista, quella che esalta l’eroismo di madri che arrivano persino a morire, pur di mettere al mondo dei figli?
«Non lo escluderei, Bergoglio è distante da simili posizioni. Per lui la fecondità non è solo procreativa, è anche impegno sociale, apertura all’adozione. Ovviamente, non rifiuta la procreazione, anzi ricorda che questa è e resta un valore del matrimonio e che per i poveri i figli sono un dono. Tuttavia, la colloca in una prospettiva in cui i coniugi sono chiamati anche a una forte responsabilità nel momento in cui prendono in considerazione l’ipotesi di avere dei bambini».
Il Papa ricerca un equilibrio fra responsabilità e generosità procreativa?
«Sì, tanto che è in quest’ottica che inserirei il suo richiamo ad avere tre figli per famiglia, se si vuole evitare il crollo demografico».
Al Sinodo si è parlato molto di divorziati e gay, poco di contraccezione: Francesco ha voluto mandare un messaggio ai vescovi in vista della nuova e decisiva assemblea sinodale di ottobre?
«Questo è molto probabile. Richiamando la fecondità responsabile, Bergoglio potrebbe aver voluto sollecitare l’episcopato a una mediazione pastorale: affermare il fine della procreazione nelle nozze, aprendo al contempo ai contraccettivi in alcune situazioni particolari, tipo il caso di una coppia con coniuge sieropositivo. Già cardinali come Martini e Danneels, oltre ad alcune conferenze episcopali africane, hanno sollecitato una soluzione simile».

Twitter:  panettiereg

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