Pacem in terris

Duello rosso porpora, il cardinale Kasper a Müller: ‘Il Papa non ha bisogno di lezioni di teologia’

SI RIACCENDE lo scontro fra i cardinali Müller e Kasper, il primo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il secondo, presidente emerito del Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani. In attesa dell’ultima puntata del Sinodo, dove Kasper è il capofila dei liberal favorevoli alla comunione per i divorziati risposati, almeno in certi casi, mentre Müller si oppone a ogni apertura, i due hanno dibattuto sulla caratura teologica di papa Francesco.

A GETTARE benzina sul fuoco ci ha pensato il custode dell’ortodossia che qualche settimana fa, in un’intervista al quotidiano cattolico francese La Croix (29/3), ha rivendicato al proprio dicastero il compito di offrire «una strutturazione teologica» al pontificato di Bergoglio. Questo nonostante l’articolo 48 della costituzione apostolica sulla Curia romana, Pastor bonus (1988), riconosca all’ex Sant’Uffizio la funzione «di promuovere e di tutelare la dottrina della fede e i costumi in tutto l’orbe cattolico» non di dare ‘ripetizioni’ di teologia al Papa. Come Müller anche il suo predecessore ai tempi del Concilio, il cardinale Ottaviani, voleva insegnare le verità di fede a Giovanni XXIII. I corsi e ricorsi della storia si accompagnano al destino dei papi pastori... Restano le domande che non si possono lasciare in sospeso. Müller, lo stesso che in questi due anni bergogliani più di una volta ha tradito un certo disagio nei confronti del 'vangelo della misericordia', vuole forse sottointendere che l’attuale pontificato non ha sufficiente «struttura» teologica? Per il custode dell'ortodossia Bergoglio è un Papa a metà?

INTERROGATIVI che agitano il cardinale Kasper. Per questo il teologo di riferimento di Bergoglio, che lo citò al suo primo Angelus, quando affacciò la centralità della misericordia nella vita dei cristiani, se la prende indirettamente con Müller. «Dobbiamo respingere l’arroganza della teologia europea e smettere di credere che noi possiamo insegnare a questo Papa - afferma l'ex ministro vaticano dell'Ecumenismo sul sito dell’Associazione degli amici di papa Francesco -. È, invece, lui che insegna a noi: anche un teologo europeo può imparare molto da Francesco, dai suoi gesti e dalle sue parole». «Il Papa – spiega l’anziano cardinale – è il supremo dottore della Chiesa, per il suo stesso ufficio. Non è pensabile pretendere di strutturare teologicamente dall’esterno il pontificato di Francesco». Chi lo fa mira a «svalutare e delegittimare questo Papa». E alcuni di quelli che «muovono queste critiche vogliono farsi, in qualche modo, come dei ‘superpapa’, ma questo non è cattolico».

Giovanni Panettiere

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