Pacem in terris

Il Papa e la remissione della scomunica per l’aborto. Il cardinale De Paolis: ‘Ma quel peccato non si cancella’

<MA QUEL PECCATO NON SI CANCELLA>. IL  CARDINALE: NIENTE FUGHE IN AVANTI

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 6 maggio 2015

 

Giovanni Panettiere

«L’ABORTO resta un peccato, non è che il Papa ha deciso di abrogarlo. Questo va chiarito subito per evitare fraintendimenti e fughe in avanti che, in una materia delicata come la difesa della vita, non hanno alcun senso». Imbocca la via della prudenza il cardinale italiano Velasio De Paolis, classe 1935, presidente emerito della Prefettura degli affari economici della Santa Sede. Balzato alle cronache l’anno scorso alla vigilia del Sinodo, perché tra i cinque porporati autori del libro Permanere nella verità di Cristo contro la comunione ai divorziati risposati, il canonista coglie «la bontà» della decisione di Francesco di dare a determinati confessori, durante il Giubileo, la possibilità di rimettere la scomunica per l’aborto e quindi di assolvere il peccato, ma stoppa «il clamore mediatico».

Perché, cardinale?

«È un fatto normale che, in occasione di un evento altamente spirituale come un Giubileo, per giunta sulla misericordia, la Chiesa venga incontro ai peccatori e tolga tutti gli ostacoli per permettere l’assoluzione di un peccato gravissimo come l’aborto».

Che di per sé non può essere perdonato da un semplice sacerdote.

«Certo che no. Prima bisogna che sia rimessa la pena canonica della scomunica e ciò lo può fare solo il vescovo, salvo che lui stesso non conceda questa facoltà ai parroci. Come d’altronde è avvenuto di recente anche in alcune diocesi italiane».

A Terni o anche a Torino, per la Sindone. Ma qui la decisione è del Papa e vale per tutta la Chiesa. C’è un po’ di differenza...

«Il Giubileo è un tempo di benevolenza in cui si deve agevolare la riconciliazione tra l’uomo e Dio. Detto ciò, per ottenere la remissione della scomunica, chi si confessa deve essere veramente pentito. A maggior ragione in quanto parliamo di procurato aborto, un peccato sul quale non ci possono essere fraintendimenti».

A che cosa si riferisce?

«Al fatto che la Chiesa continua a considerare peccato l’aborto, indipendentemente da questa decisione del Papa».

Teme che ci possano essere delle strumentalizzazioni?

«Già questo clamore non lo capisco… Poi le fughe in avanti vanno sempre messe in conto. Mi auguro, però, che non si faccia confusione anche perché obiettivamente non vedo margini di fraintendimento».

Se l’aspettava un atto simile da Francesco?

«Lui è il Papa della misericordia e vuole dimostrare la benevolenza della Chiesa di fronte ai peccatori. Non certo cancellare il peccato di aborto».

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