Pacem in terris

Assemblea della Cei, il Papa richiama i vescovi: ‘Denunciate la corruzione’

I VESCOVI non siano «timidi o irrilevanti nello sconfessare la corruzione», non facciano da «piloti» ai laici impegnati «a ogni livello, da quello politico a quello sociale», si tengano alla larga da un certo tipo di convegni che, «mettendo in evidenza le solite voci, narcotizza le comunità, omologando scelte, opinioni, persone». Scompaginando il programma iniziale, papa Francesco apre per il secondo anno consecutivo l’assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. Il suo è un intervento di soli dieci minuti, lieve nei toni, ma schietto e pragmatico nei contenuti. Inizialmente prevista in avvio dei lavori, che si concentreranno sulla recezione dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, sulla preparazione del Convegno ecclesiale nazionale di Firenze e sull'elezione dei delegati al sinodo, la prolusione del presidente dei vescovi, Angelo Bagnasco, è slittata a oggi.

LA CORRUZIONE, pubblica e privata, ha impoverito le persone, soprattutto i giovani e i più fragili, è l’analisi di Francesco. Denunciare tutto questo, scandisce, è un dovere che deriva «dalla sensibilità ecclesiale». La stessa che «si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono», compreso l'impegno in politica. Rinforzare, ma non «pilotare», ammonisce il Papa che evidentemente deve essersi fatto raccontare più di un dettaglio sui vertici di Todi degli anni scorsi...

DI APPUNTAMENTO in appuntamento, a novembre si svolgerà a Firenze il Convegno nazionale della Chiesa italiana. Un evento sottinteso nel richiamo del Pontefice, affinché non si organizzino iniziative omologanti, sintomo «di un indebolimento della collegialità». Difficile non leggervi anche un rimando alla valorizzazione delle varie sensibilità ecclesiali in vista del contributo dell’episcopato italiano al sinodo sulla famiglia. La nomina dei quattro delegati, attesa nei prossimi giorni, sarà un primo, significativo banco di prova.

DAL PAPA, invece, nessun accenno esplicito alla teoria del gender, da lui stigmatizzata durante la recente visita a Napoli. Nel suo discorso solo un passaggio sulla «sensibilità ecclesiale che ci fa uscire, come buoni pastori, verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l'identità e la dignità umana». Un po' poco per quei vescovi e preti che, orfani dell'offensiva contro i valori non negoziabili, si stanno buttando a capofitto nella lotta al gender.

                                                                                                                                        Giovanni Panettiere

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                                                                                                                                      Twitter: panettiereg25

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