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Il cardinale e l’affare da trenta milioni: ‘Ma non diciamo niente al Papa’

Il cardinale e l'affare da trenta milioni: <Ma non diciamo niente al Papa>

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 20 giugno 2015

Giovanni Panettiere

CITTÀ DEL VATICANO

IL SOSPETTO che trenta milioni di euro in fondi pubblici siano stati distratti dalle attività cliniche dell’ospedale Bambino Gesù per essere destinati a una mega operazione immobiliare. Un cardinale intercettato e il Papa che non doveva sapere nulla dell’affare. Ruota attorno a questi tre punti il nuovo capitolo dell’indagine della procura di Trani sul crac delle case di cura Divina Provvidenza. Dopo la scoperta di un buco da 500 milioni di euro, dieci ordinanze di custodia cautelare – ai domiciliari anche due suore –, la richiesta di arresto per il senatore Ncd, Antonio Azzolini, ora nelle carte dell’inchiesta spunta il nome del cardinale Giuseppe Versaldi.

IN UNA CONVERSAZIONE registrata il 26 febbraio 2014, il porporato (che non risulta indagato), attuale prefetto della Congregazione per l’Educazione e cattolica e all’epoca presidente della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede e delegato pontificio della Congregazione dei Figli dell’Immacolata, suggerisce al manager Giuseppe Profiti, allora commissario straordinario della Provincia italiana dei Figli dell’Immacolata e presidente del Bambino Gesù, di tacere al Papa che una somma di 30 milioni dell’ospedale – di proprietà della Santa Sede Divina Provvidenza – proveniente da fondi pubblici italiani, sarebbe stata utilizzata per l’acquisizione dell’IdI, l’Istituto dermopatico dell’Immacolata. Lo scopo sarebbe stato quello di far riacquisire l’IdI, prima di proprietà della provincia italiana dei Figli dell’Immacolata, alla congregazione, utilizzando per questo fondi provenienti dallo Stato italiano. L’istituto, in amministrazione straordinaria per il forte indebitamento, si trova al centro di un’altra inchiesta, condotta stavolta dalla procura capitolina che ha chiesto ai magistrati di Trani gli atti dell’intercettazione choc.

QUESTA la trascrizione della telefonata fra Versaldi e Profiti. Profiti: «Pronto! Ciao don Giuseppe!». Versaldi: «Ciao. Senti. Ci riceve stasera alle diciannove il Papa». Profiti: «Ma chi ci?». Versaldi: «Il Papa». Profiti: «Aaah! O mio Dio!». Versaldi: «Tu puoi?». Profiti: «Io certo! E ci mancherebbe!». Versaldi: «Bene. Ci troviamo... sì». Profiti: «Eh! Cosa devo...». Versaldi: «Passi...». Profiti:«...dire? Fare? Portare?». Versaldi: «No. Ma poi introduco io come delegato. E poi tu dici le cose che hai detto ieri sera». Profiti: «Ah! Cos’è che dovevo saltare? Che me ne sto andando in paranoia?». Versaldi: «Ma diceva...no! Mi pareva... mi pare no?». Profiti: «Ah!». Versaldi: «Ehm... ehm... devi tacere che questi trenta milioni...». Profiti: «Sì. Sì. Sì. Sull’intervento, sì.». Versaldi: «Sono stati dati per l’Idi. E dire semplicemente che, come ogni anno, oltre ai cinquanta sono stati dati trenta per il Bambino Gesù, senza... ah... ah... una...». Profiti: «Vincolo di destinazione».

NEL TARDO pomeriggio di ieri il cardinale ha fornito la sua versione dei fatti: «L’incontro con il Papa era finalizzato a ottenere l’approvazione generale a proseguire sulla linea di salvataggio dell’IdI. In questo contesto il mio invito a non entrare in dettagli tecnici ancora in discussione non aveva nessuna intenzione di ‘mentire’ al Papa, ma semplicemente di tacere ciò che non era chiaro neppure ai tecnici». Non è la prima volta che Versaldi si trova suo malgrado sotto i riflettori. L’anno scorso, in occasione della santificazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII, fece clamore il party da 18mila euro sul terrazzo della ‘sua’ Prefettura degli Affari economici. Senza dimenticare le pressioni lamentate davanti ai pm dal cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, nella vicenda dell’eredità Faac.

 

panettiereg25

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