Pacem in terris

Chiesa ‘sconfinata’, parola di Bettazzi

Chiesa sconfinata, parola di Bettazzi

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 21 giugno 2015

CHE AVESSE a cuore il dialogo con l’universo laico lo si era capito già negli anni ’70, quando intrattenne un intenso scambio epistolare con il comunista Enrico Berlinguer. Anche di questo scrisse nella sua autobiografia intitolata, non a caso, In dialogo con i lontani (2009). Ora, a 92 anni, monsignor Luigi Bettazzi, tra gli ultimi vescovi del Vaticano II ancora in vita, offre uno sbocco ecclesiologico a questo confronto pluridecennale. Nel suo ultimo libro Quale Chiesa? Quale Papa? (Emi) l’autore delinea una realtà ecclesiale non più intesa come assemblea dei cattolici, ma comprensiva di tutti i credenti e di chi è in ricerca.

UN ALLARGAMENTO dei confini che si giustifica con il rivolgersi della Bibbia agli uomini tout court e con la volontà del Padre di salvare ogni suo figlio. L’essere cattolici allora non è più conditio sine qua non per l’ascesa al Regno, ma responsabilità a servire gli altri. In fondo, la vera discriminante è fra chi si apre a Dio e al prossimo e chi resta chiuso in se stesso, non tra chi crede e chi no. Per Bettazzi la Chiesa non può essere che per gli altri, i poveri soprattutto. Il Concilio intravide questa corsia preferenziale, oggi il Papa l’ha elevata a missione del suo ministero, nonostante le crescenti resistenze. Senz’altro più dentro che fuori i confini, stretti o larghi che siano, della cattolicità.

Giovanni Panettiere

Twitter: panettiereg25

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