Pacem in terris

Educazione e legalità contro lo sballo

DICIAMOCI la verità: la chiusura del Cocoricò è una misura condivisibile. Dopo la morte nella discoteca di un sedicenne, bisognava mandare un segnale forte. Agli imprenditori del divertimento, agli spacciatori, ai ragazzi della movida e ai loro genitori. 'Show must go on' per chi scrive è un capolavoro dei Queen, non una filosofia di vita.

DETTO questo, lo stop non basta. Da solo non scuote le coscienze, anzi potrebbe risolversi in un clamoroso buco nell'acqua. Quattro mesi di chiusura e poi tutti in pista come se nulla fosse. Tanto un morto che vuoi che sia, se vuoi drogarti devi usare la testa... Quasi che Lamberto, questo il nome del sedicenne crollato nella Piramide, abbia voluto suicidarsi come si è letto in qualche commento idiota sul web.

NESSUNO ha la bacchetta magica, ma una via di uscita va cercata, perché altrimenti ci fermiamo allo choc, all'indignazione. Roba da qualche settimana o poco più.  La soluzione allora potrebbe essere un giusto mix di educazione e legalità alla faccia dei proibizionisti, quelli che basta vietare e il problema si risolve, alla faccia di chi minimizza una tragedia. Un ragazzino che non può più invecchiare.

IL PERNO resta la famiglia. Separati, divorziati, conviventi, eterosessuali, omosessuali, non importa. Qualsiasi genitore non può esimersi dalla funzione educativa. Se è vero che i figli devono avere sale in zucca, questo lo ricevono in primis da mamma e papà. Per lo più dal secondo, il vero assente della società post moderna. Spesso porta i soldi a casa e poi... Chi si è visto si è visto.

NON SOLO, sempre i genitori sono chiamati a esigere che la scuola informi e formi i loro figli. Così come la Chiesa e la società in generale. Serve un'alleanza educativa per infondere ai più giovani il senso profondo dell'esistenza onde evitare che siano risucchiati nel vuoto del divertimento a ogni costo. Anche a prezzo della propria pelle.

C'È un momento per piangere e uno per agire. Ma, adesso che abbiamo chiuso il Cocco, non restiamo a braccia conserte. Educhiamo alla vita contro 'la cultura dello sballo'. Quella delle pasticche nei locali dei nostri figli, quella delle piste di coca negli uffici dei nostri genitori. La morte si fa di tutto e non basta vietarla.

Giovanni Panettiere

Twitter: panettiereg25

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