Pacem in terris

Il Papa e lo sballo fra i giovani: ‘Troppe vittime di feste sregolate’

IL PAPA E LO SBALLO FRA I GIOVANI: TROPPE VITTIME DI FESTE SREGOLATE

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 13 agosto 2015

Giovanni Panettiere

LE MORTI violente di Lamberto e Ilaria irrompono in Vaticano. È ai due sedicenni, ultime vite strappate dello sballo, che si lega, almeno indirettamente, l’affondo del Papa, all’udienza generale nell’Aula Paolo VI, sui «ritmi sregolati della festa» che «fanno vittime spesso giovani».
Ben più esplicito è stato l’Osservatore romano in un articolo in cui i ragazzi, che «muoiono o si sentono male», quelli «che affollano gli ospedali dei centri balneari in coma etilico», assurgono a «caduti sul campo della crisi che sta attraversando la famiglia». Per il quotidiano della Santa Sede, dopo anni in cui si è permesso ai gestori dei locali «di arricchirsi proprio grazie allo sballo dei giovani», i poliziotti «non bastano», così come è insufficiente una riforma della scuola, con tanto di corsi «sui pericoli della droga o dell’alcol», se manca «una vera famiglia», la stessa che «nessuno osa più costruire e tanto meno difendere».

BERGOGLIO, che certo non può essere tacciato per bacchettone – ricordate il «fate casino» rivolto ai giovani della Gmg a Rio – ha accennato alla movida nel corso di una catechesi dedicata alla festa, prima tappa di «un percorso di riflessione», in vista del Sinodo, sulle dimensioni che scandiscono la vita familiare. Decine le coppie di novelli sposi che hanno ricevuto la sua benedizione, in un tripudio di selfie, abbracci e regali. Per il Papa anche una piccola torta nuziale e l’incontro con alcuni migranti nigeriani. «L’ideologia del profitto e del consumo – aveva ammonito in precedenza Francesco, il volto severo dritto all’assemblea – vuole mangiarsi anche la festa, ridotta anche questa a un affare, a un modo per fare soldi e per spenderli».

IL PONTEFICE  ha puntato il dito contro «l’ingordigia del consumare che comporta lo spreco». Non sul festeggiare in sè. Anzi, «è importante fare festa. Sono momenti di famigliarità nell’ingranaggio della macchina produttiva: ci fa bene!».
Perciò è salutare «infiltrare, a volte, qualche sprazzo di festa anche nell’ambiente di lavoro». Compleanni e matrimoni sono le occasioni giuste. «Non dobbiamo mai essere schiavi del lavoro, ma signori – ha scandito Bergoglio – sappiamo che ci sono milioni di donne e addirittura bambini schiavi del lavoro; questo è contro Dio e la dignità umana». Un’altra, ultima nota stonata che rovina la festa.

Twitter: panettiereg25

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