Pacem in terris

Il Papa a Cuba, tradizionalisti all’attacco. Ma a destra c’è anche chi lo difende

TRADIZIONALISTI CONTRO IL PAPA: 'I SUOI GESTI LACERANO LA CHIESA'. MA C'E' ANCHE CHI AMMETTE: HA CRITICATO CASTRO

Analisi pubblicata sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 24 settembre 2015

IL PAPA, che discetta amabilmente di fede con il Lider Maximo, mette nero su bianco i suoi affondi contro il libero mercato, nell’Evangelii Gaudium e nella Laudato Sì, mentre alle telecamere concede appena una smorfia di stupore davanti al crocifisso a forma di falce e martello, regalo del compagno Morales, prima di imballarlo e portarselo in Vaticano, come se nulla fosse... Parole e gesti di Francesco, il Pontefice della rivoluzione della misericordia, quella che sospende il giudizio sugli omosessuali in ricerca di Dio e abbrevia i tempi per la nullità del matrimonio, ma soprattutto sorprende e spiazza ogni giorno di più il mondo cattolico.

STRANA, inedita la Chiesa bergogliana, dove i progressisti, dopo gli anni bui del binomio Wojtyla-Ratzinger, si scoprono inaspettatamente papisti, e i tradizionalisti si dividono fra chi, cresciuto nel culto del soglio petrino, si tiene alla larga dalle polemiche e chi grida al Papa di sinistra. Lui, Francesco alle accuse risponde dicendosi certo «che non ho detto una cosa in più che non fosse nella dottrina sociale della Chiesa». Mente sapendo di mentire o ha solo rispolverato il magistero inaugurato da Leone XIII, sacrificato nel passato prossimo sull'altare dei valori non negoziabili, dalla famiglia tradizionale alla difesa della vita dal concepimento alla morte naturale? «Francesco può spiegarla come crede, ma più delle parole contano le immagini e gli eventi – argomenta lo storico Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, tra i più acuti portabandiera della destra cristiana –. Il suo incontro con Fidel Castro è ben più dirompetente di mille frasi. Per non parlare del messaggio inquietante che ha lanciato al mondo e alla Chiesa evitando di incontrare i dissidenti della dittatura comunista. La discontinuità pastorale con i suoi predecessori è sotto gli occhi di tutti e non può che lacerare la Chiesa. Il Sinodo sarà un passaggio molto delicato...».

DALLA FONDAZIONE Lepanto ad Alleanza cattolica. Il sociologo Massimo Introvigne preferisce scansare le polemiche sul Bergoglio comunista. Dal canto suo non ha nulla da rimproverare al Papa sul viaggio a Cuba («Ha attaccato le ideologie e ammonito chi abusa dei propri concittadini. Nel linguaggio consono alla diplomazia vaticana, ha mandato più di un segnale a Castro»), ma ammette che «inevitabilmente ha finito per essere strumentalizzato dalla propaganda di regime».

FIN QUI l’Havana, ma la parte più difficile del viaggio Oltreoceano, si consuma negli States. Sul punto la destra cristiana si ricompatta. «L’episcopato americano è da anni impegnato duramente nella lotta per la difesa della vita e contro le nozze gay – spiega Introvigne –. Agli occhi di Francesco i poteri forti della tecnocrazia economica sono gli stessi che portano avanti l’ideologia gender. I due campi non si possono scindere... Ma negli Usa ogni critica al capitalismo suona come socialismo». «Gli States sono la patria dei cattolici pro life. Eppure – incalza de Mattei – resta ancora un’incognita ciò che il Papa dirà all’incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia». La prima mossa Bergoglio l’ha fatta ieri nel faccia a faccia con i 400 vescovi Usa: bene il no all’aborto, ma attenzione anche ai migranti, all'ambiente devastato, alle vittime del terrorismo e niente linguaggio bellicoso, perché la croce non è un vessillo per battaglie mondane. Facile immaginare che tanti monsignori masticheranno amaro. Il Papa lo sa e... tira dritto.

Giovanni Panettiere

Twitter: panettiereg25

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