Charlie Hebdo, scacco alla vignetta
CHIARIAMOLO subito, così, a scanso di equivoci: non c’è paragone tra chi, matita in pugno, con una vignetta sbeffeggia il Padre eterno fino a umiliarlo e chi, a colpi di kalashnikov, compie una strage in nome di Dio. Da una parte, Charlie Hebdo, dall’altra l’Isis, da un lato dei vignettisti, più o meno capaci, che portano agli estremi il concetto di satira, dall’altra, degli assassini che, versando sangue altrui - mica il loro - si sentono già su in paradiso e invece, colpo su colpo, sprofondano nella bestemmia.
LE AMBIGUITÀ stanno a zero... Non le domande che scaturiscono una dietro l'altra dopo l’ultima copertina del settimanale satirico francese con cui i superstiti dell’attentato di un anno fa hanno voluto ricordare i loro colleghi caduti in redazione. In prima pagina si staglia un Dio barbuto, simile a quello dell'iconografia cristiana, con un kalashnikov in spalla, sotto un titolo inequivocabile: Un anno dopo, l’assassino è ancora in fuga. Ma a Charlie Hebdo conoscono la storia? Lo sanno che non si uccide solo in nome di Dio? Ricordano le guerre per il petrolio? Quelle dettate dai nazionalismi? E le teste mozzate da Robespierre sul patibolo della Ragione?
PUÒ ESSERE che lo sappiano e se ne freghino... Loro fanno satira, da cattolico, lo ammetto, anche divertendo. Alle volte. Non meritano certo di morire, se considerano i credenti degli ignoranti. E nemmeno di essere censurati, sempre che non si voglia mettere in discussione lo Stato di diritto. Lasciamo perdere, abbiamo già dato qualche Ventennio fa... A Charlie basterebbe soltanto il buongusto che anche stavolta purtroppo non hanno avuto, nonostante il tragico anniversario.
IL VANGELO dei laicisti si può non leggerlo, se ci smuove troppo le viscere. A che cosa serve stigmatizzarlo a ogni pie sospinto, come hanno fatto lunedì i vescovi francesi, ieri l'Osservatore romano? Il silenzio li avrebbe resi più deboli? O forse sarebbero stati più forti e meno scontati? Senza provocazione e reazione si onorano meglio gli innocenti.
Giovanni Panettiere
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