Pacem in terris

Incontro fra il Papa e il patriarca di Mosca, il cardinale Coccopalmerio esulta: ‘La Cina prossima tappa di Francesco’

IL CARDINALE ESULTA: LA CINA SARA' IL PROSSIMO PASSO DEL PAPA

Articolo pubblicato sul Qn (il Giorno, la Nazione, il Resto del Carlino), edizione del 6 febbraio 2016

 

Giovanni Panettiere
ROMA
«PER LA PRIMA volta nella storia la Chiesa cattolica e il patriarcato di Mosca s’incontrano ai massimi livelli. Questo è un fatto grandissimo e quasi insperato fino a qualche tempo fa. L’incontro fra il Papa e Kirill per i cristiani può davvero inaugurare una vita nuova». Per anni il cardinale Francesco Coccopalmerio, attuale ministro della Giustizia della Santa Sede, ha seguito da vicino, come delegato per l’Ecumenismo dell’arcidiocesi di Milano, il cammino di riavvicinamento tra cattolici e ortodossi, compresi i fedeli legati al potente patriarcato di Mosca la cui giurisdizione copre due terzi dell’intera ortodossia. In quella veste ha conosciuto anche Kirill, ai tempi capo del dicastero delle relazioni estere del patriarcato.
Cardinale, lo avrebbe mai detto che sarebbe stato lui il primo capo della Chiesa di Mosca a incontrare il Papa?
«Diciamo che Kirill è una persona molto spirituale che ha a cuore il cammino per il ritorno all'unità fra i cristiani. Certamente sarà lusingato di poter parlare direttamente con Francesco».
Si prospetta un incontro solo dall'altissimo valore simbolico o possiamo intravedere prospettive concrete per la ricomposizione della frattura millenaria tra cattolici e ortodossi?
«Non lo so, molto dipenderà da quali saranno i discorsi che verranno pronunciati a Cuba. Comunque, se anche fosse soltanto un momento di forte impatto simbolico, sarebbe già moltissimo. Il patriarcato e la Chiesa cattolica manifestano per la prima volta un comune desiderio d’intesa. In questo contesto storico in cui le Chiese hanno un grande bisogno di coesione non ha più senso continuare a guardarsi da lontano».
Il nodo principale resta il primato del vescovo di Roma sull'intera cristianità.
«L’aspetto dogmatico della questione va capito bene e credo che sia anche bello conservarlo. Il modo di esercitare il primato, però, possiamo cambiarlo... Giovanni Paolo II e Francesco si sono entrambi resi disponibili».
Wojtyla ha a lungo sperato in un incontro con l’allora patriarca di Mosca, Alessio II: l’ha penalizzato il suo essere polacco?
«Potrebbe essere, i nazionalismi giocano brutti scherzi, senza che questo sia colpa di qualcuno».
Francesco sembra proprio avere a cuore l’Oriente: solo qualche giorno fa ha rilasciato un’intervista ad Asia Times, apprezzata persino dalle autorità comuniste. Dopo l’incontro a Cuba, la prossima tappa è la Cina?
«Il Papa l’ha detto chiaramente: lui andrebbe in Cina anche domani mattina e c’è da credergli. Quello è un Paese dalla straordinaria ricchezza spirituale e la Chiesa cattolica deve dialogare con esso. Abbiamo bisogno anche del contributo dei cattolici cinesi».

Twitter: @panettiereg25

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